MESTRE - Il rapinatore finisce in carcere a dieci anni dai colpi. I tempi della giustizia, non è certo una notizia, sono spesso biblici. Capita così che i carabinieri di Favaro, nei giorni scorsi, siano andati a prendere un 32enne della zona, Nicolò di Nicola, per portarlo in cella per dei reati commessi appunto nel 2012. Il giovane, che all'epoca dei fatti era poco più che ventenne, aveva rapinato una tabaccheria di campo San Rocco a Venezia. A tradirlo era stata quella borsa mimetica utilizzata durante il colpo: gli investigatori avevano notato subito che quell'oggetto era identico a quello utilizzato dal rapinatore che aveva, l'anno precedente, colpito all'istituto per le analisi cliniche Sherman in campo San Bortolomio.
LO ZIO COMPLICE
La seconda rapina, questa volta ai danni della Tabaccheria di San Rocco insieme ad un complice, uno zio, aveva fruttato 2400 euro. In quell'occasione erano intervenuti gli agenti della Squadra Mobile della Polizia che, sempre nel giro di qualche giorno, erano riusciti a risalire, anche attraverso l'analisi di alcuni tabulati telefonici, a Nicolò Di Nicola, che poi presentatosi spontaneamente in Questura e ammettendo le proprie responsabilità, aveva ottenuto l'obbligo di dimora a Favaro.
L'AGGRESSIONE
A queste accuse, poi, si è aggiunta l'aggressione subita da un giovane di Mestre, nel 2013, minacciato con una mazza da baseball e costretto a consegnare pochi spiccioli. Questi tre episodi (quindi anche la condanna per lesioni personali) avevano portato a un cumulo di pene di 2 anni, 2 mesi e 14 giorni di reclusione. Passato il terzo grado di giudizio in Cassazione la condanna è diventata definitiva e il giovane di Favaro è stato quindi accompagnato alla casa circondariale di Santa Maria Maggiore, dove rimarrà per i prossimi due anni.