Cibo, quale sarà la nuova normalità? Il settore vale il 12% del Pil e muove 44 miliardi di export

Lunedì 3 Maggio 2021 di Claudio De Min
Cibo, quale sarà la nuova normalità? (Foto di Free-Photos da Pixabay)

COMPARTO VITALE - Il settore del cibo e del vino è un componente vitale dell'economia italiana: vale il 12% del PIL, conta circa 60 mila fra aziende e industrie, migliaia di attività di distribuzione e ristorazione, muovendo la bellezza di 44 miliardi di export. Un comparto che ha saputo tenere testa alla crisi del Covid-19, assicurando la continuità delle filiere e assorbito tutto sommato in maniera egregia il colpo. Ovviamente qui non si parla del mondo della ristorazione, che la pandemia ha messo in ginocchio, ma di quello della produzione e delle vendita di cibo, delle botteghe e dei supermercati, insomma del comparto produttivo e distributivo.

E se il vino ha certamente patito le problematiche della ristorazione, al tempo stesso ha in qualche modo tenuto botta con i consumi delle famiglie e le esportazioni, e si appresta ad uscire dalla crisi con ammaccature e ferite, sì, ma ancora saldamente sulle sue gambe.


NUOVE TENDENZE
Senonché, la pandemia ha accelerato anche alcune tendenze già affiorate da qualche tempo nel consumo di cibo e vino: da un uso massiccio del digitale, sia nell'informarsi sia nell'acquistare, ad una maggiore attenzione alla salubrità e alla sostenibilità, per poi cercare di orientarsi su quali saranno le forme prossime future del consumare insieme e in presenza nei ristoranti e le nuove forme di convivialità. Tutte sfide che richiedono alle imprese italiane, anche alle più piccole, di rivedere (e molti lo hanno già fatto o lo stanno facendo) le proprie strategie e sfruttare il potenziale delle tecnologie e i nuovi approcci. Inutile (e dannoso) far finta che non sia cosi. La pandemia ha rivoluzionato il modo in cui consumiamo il cibo, e adesso ci chiediamo quale sarà la nuova normalità nei prossimi anni e quali le trasformazioni strutturali, del consumo e delle logiche delle filiere agroalimentari, che ridefiniranno non solo il nostro modo di approcciarsi al cibo ma anche come potranno competere le imprese italiane.


ALTA FORMAZIONE
Su queste domande si cimentano i 21 studenti del Master in Cultura del Cibo e del Vino di Ca' Foscari Challenge School, la scuola di Alta Formazione dell'Università Ca' Foscari Venezia dove, come ogni anno, la classe mette in campo le conoscenze e le competenze acquisite durante i corsi per rispondere alle sfide innovative lanciate da aziende partner del percorso formativo e rappresentative dell'agrifood del Triveneto.
Per due mesi, dalla metà aprile fino a metà giugno, gli studenti lavoreranno in gruppi, seguiti da un team di esperti e docenti, utilizzando metodi innovativi, confrontandosi con esperti e attraverso ricerche sul campo, elaboreranno scenari per il food Made in Italy e svilupperanno soluzioni innovative per le tre realtà che quest'anno sponsorizzano e sostengono il laboratorio del Master, elaborando modelli di business capaci di far affrontare alle aziende i nuovi mercati del food. Ovvero Cipriani Food, la società produttrice del Gruppo Cipriani (dalla pasta alla mozzarella di bufala, dalla ricotta alla passata di pomodoro, dalle marmellate ai biscotti), che porta nel mondo l'italianità, la storia e la filosofia dell'Harry's Bar di Venezia; il Molino Moras, produttore udinese di farine per i professionisti e per il mondo casalingo, con una tradizione centenaria e un presente dinamico di innovazione e comunicazione; infine l'Associazione Italiana Sommelier del Veneto, realtà fondamentale nella diffusione e nella valorizzazione della cultura del vino e dell'enogastronomia. Tre brand di grande valore per un importante, i cui risultati saranno presentati alle imprese, agli operatori del settore e a tutti gli appassionati di cibo e vino, in un evento finale in programma a Venezia nel mese di giugno.


IL TURISMO DEL VINO
«Si tratta di un metodo di lavoro molto utilizzato dalle aziende orientate alla ricerca dice il Presidente dell'Associazione Italiana Sommelier del Veneto, Marco Aldegheri - che raramente vede però coinvolte le associazioni. E quindi sottolineo con orgoglio che ancora una volta Ais Veneto mostra la sua naturale sensibilità, aspirazione allo sviluppo e alla visione a lungo termine». In particolare, la sfida che Ais Veneto propone agli studenti è quella di provare a capire come una guida dei vini possa diventare anche uno strumento turistico. In questo caso il punto di partenza è Vinetia Guida ai vini del Veneto e portale online dell'associazione dedicato alle eccellenze enologiche della regione -, che dal 2015 presenta una fotografia delle migliori produzioni della regione. L'idea è che dei giovani laureati, con gli occhi vigili e liberi da sovrastrutture di chi osserva dall'esterno e un entusiasmo proiettato al futuro, possano sintetizzare la naturale evoluzione della guida verso un arricchimento orientato all'offerta turistica, della quale il mondo del vino (territorio, cultura, vigneti, cantine, storie, uomini e donne) è sempre più elemento trainante.

Ultimo aggiornamento: 10:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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