Chioggia. Il vescovo emerito e il post su Bianca Berlinguer: «Non voglio che venga aggredita, ma le regole devono valere per tutti»

Tessarollo ha spiegato al Gazzettino i motivi per cui sta dalla parte dei poliziotti, ma precisa: «Destra e sinistra sono categorie superate. Io non mi ritengo né l’uno, né l’altro»

Mercoledì 28 Febbraio 2024 di Diego Degan
Monsignor Adriano Tessarollo, vescovo emerito di Chioggia

CHIOGGIA - «La mia è stata una reazione di getto. Avevo già avuto sentore di quello che era successo a Pisa e Firenze e mi aspettavo che la Berlinguer ne avrebbe parlato in un certo modo. Così quando ho acceso la tv su Rete Quattro e ho sentito che i poliziotti venivano descritti come “cattivi”, mi sono sentito di fare quelle considerazioni». 
Non ha cambiato idea monsignor Adriano Tessarollo, vescovo emerito di Chioggia, da poco più di due anni “felicemente pensionato” a Tezze sul Brenta, nell’abitazione di famiglia. «E poi, che cosa ho detto di così strano? Ho solo spiegato il mio punto di vista: i poliziotti fanno il loro lavoro.

Se hanno l’ordine di non permettere il passaggio di una manifestazione per certi luoghi (consolati sinagoghe, ecc.) e chi manifesta insiste a voler passare e si fa avanti, allora i poliziotti li devono mandare indietro. Tutto qui. Sono le regole e vanno rispettate».

Monsignor Tessarollo, forse le regole avrebbero potuto essere più “elastiche”? 
«Le regole devono valere per tutti, anche per ragazzini. Altrimenti togliamo le armi ai poliziotti e le lasciamo solo ai ladri e delinquenti? Se hanno usato i manganelli vuol dire che i poliziotti che erano là, hanno ritenuto che i ragazzi stessero forzando troppo il divieto che era stato imposto. La conseguenza di questa forzatura era prevedibile, Se si fossero fermati non sarebbe successo nulla. Altrimenti non mandiamo le forse dell’ordine, lasciamo che tutti facciano ciò che vogliono, anche sparare ai professori, ma non lamentiamoci se poi questo accade».

E la frase, rivolta in un post a Bianca Berlinguer «Mi piacerebbe che fosse aggredita e che le forze dell’ordine si voltassero da un’altra parte», come la spiega? 
«Ma no, quello non era davvero un desiderio. Era un paradosso: cosa sarebbe successo se qualcuno avesse aggredito la giornalista e le forze dell’ordine non l’avessero difesa? Tutti avrebbero detto che la polizia e chi altri, si era comportata male, che non avrebbe fatto il proprio dovere. Ecco allora che, se fanno il loro dovere, sbagliano; se non lo fanno, sbagliano lo stesso, e allora tanto vale che non ci siano».

Ma, comunque, la sua esternazione, condivisa da alcuni, è stata pesantemente criticata da altri. Ad esempio l’ex sindaco di Chioggia, Fortunato Guarnieri, ha tacciato come “indegne” le sue parole, soprattutto perché pronunciate da un “principe della chiesa”.
«A Guarnieri ho risposto personalmente, ma anche altri mi hanno chiesto se ho parlato come uomo o come prete. Io non ho pretese di insegnare qualcosa a qualcuno. Scrivo quello che penso, quello che mi viene da dire. Sono una persona in un unico corpo, non posso scindermi in due. Comunque ho espresso solo le mie impressioni “a caldo”. Non ho approfondito la questione specifica, né prima, né dopo, ma ho fatto delle valutazioni generali, poi non me ne sono più occupato».

Qualcuno dice che lei sia di destra. 
«Destra e sinistra sono categorie superate. Non contano più. Io non mi ritengo né l’uno, né l’altro. Ho visto che chi mi critica, quasi sempre appartiene, o dice di appartenere, alla sinistra...». 

E chi la difende, quasi sempre, è di destra... 
«Sì, ma non è questo il punto. Io dico quello che penso, faccio delle considerazioni personali e niente di più, senza la pretesa che qualcuno mi segua o mi approvi. Se andate a leggere quello che ho scritto, anche di recente, troverete anche cose di un segno che si potrebbe considerare opposto e non vorrei che ogni mio scritto suscitasse una polemica».

Ultimo aggiornamento: 18:50 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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