Colpo di pistola fatale, soppresso l'amstaff Kiwi ferito da un militare: «E' stata un'esecuzione, ha mirato e ucciso»

Venerdì 13 Agosto 2021 di Daviedo Tamiello
L'amstaff Kiwi
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MESTRE - «Presenteremo querela contro quell’uomo. Abbiamo le prove per dimostrare che il cane era sereno nel suo giardino, non ha aggredito nessuno né tantomeno la figlia minorenne dell’ufficiale. Non si è trattato di legittima difesa. Questo episodio sembra molto di più un’esecuzione». A parlare è l’avvocato Giada Bernardi, legale di Eva Enzo, padrona di Kiwi, l’amstaff di dieci mesi ferito da un colpo di pistola esploso da un 58enne ufficiale della guardia costiera.

Il proiettile, entrato dalla spalla, ha paralizzato l’animale dal collo in giù: motivo per cui la proprietaria ha deciso di farlo sopprimere. L’uomo si è presentato in caserma dai carabinieri di Marcon raccontando la propria versione: il cane avrebbe aggredito lui e sua figlia mentre stavano entrando al garage. Motivo per cui avrebbe estratto la pistola, detenuta per difesa personale, ed esploso i colpi. «Un atteggiamento peraltro pericolosissimo - continua la legale - anche perché c’erano lì vicino delle persone, tra cui anche la stessa figlia dell’uomo. Cosa sarebbe successo se il colpo non avesse raggiunto l’animale ma fosse rimbalzato altrove?».

«ERA ADDESTRATO»
La signora Enzo non riesce a darsi pace. «Kiwi non era incustodito, è vero non aveva il guinzaglio ma io ero in garage per fare una lavatrice. Sapevo che i miei condomini erano in ferie, e quindi ero tranquilla che potesse stare da solo per qualche minuto». L’uomo, infatti, non risiede in quel condominio. Quella è la casa in cui vive l’anziana madre che, peraltro, alcuni mesi fa aveva avuto un primo scontro con il cane. «Era un cucciolo di 5 mesi allora, aveva ancora i denti da latte e l’aveva appena graffiata. Ci eravamo scusati, ma non l’aveva aggredita. Il mio cane non era pericoloso, ho 4 figli, di certo non mi porterei in casa un animale che potesse mettere a rischio la loro incolumità». C’erano state, però, anche altre segnalazioni. «Solo la mia dirimpettaia: uscendo mi era sfuggito e le era corso in casa, ma perché era curioso a lei non ha nemmeno fatto caso. Senta, ho una certificazione dell’addestratore che prova che Kiwi era un cane mansueto e diligente. E quella mattina non ha aggredito nessuno». La padrona ha assistito all’intera scena. «Quell’uomo aveva il colpo in canna. Il cane non ha puntato la figlia, non ha aggredito lui. Stava per i fatti suoi quando quel militare ha estratto l’arma e ha sparato. Era a sette metri da me: avrebbe potuto ferire me, mia figlia, che era a pochi passi, o anche sua figlia».

LE INDAGINI
Adesso le indagini dei carabinieri procederanno, anche sulla base della querela presentata dalla donna. «Io posso capire che non tutti possano amare i cani, posso capire la paura. Ma non giustifico un atteggiamento da far west: poteva sparare in aria, poteva allontanarlo con un calcio. Non voglio soldi, non voglio risarcimenti. Voglio che emerga la verità e che sia fatta giustizia».

Ultimo aggiornamento: 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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