Benedetto XVI a Venezia, il ricordo dell'autista della papa-mobile lagunare: «Controllarono la mia vita privata»

Lunedì 2 Gennaio 2023 di Tiziano Graziottin
Benedetto XVI a Venezia, il ricordo dell'autista della papa-mobile lagunare: «Controllarono la mia vita privata»

VENEZIA - La due giorni di Ratzinger a Venezia e Mestre è rimasta negli occhi e nel cuore di tanti veneti, che in quel 7 e 8 maggio del 2011 riempirono piazza San Marco (nel pomeriggio del 7) e il giorno successivo affollarono all’inverosimile uno spazio pur amplissimo come parco San Giuliano in terraferma (calcoli approssimativi stimarono in 250-300mila le presenze). Una visita memorabile, per cui aveva lavorato tantissimo l’allora patriarca Angelo Scola col pieno appoggio del Comune di Venezia all’epoca guidato dal sindaco Giorgio Orsoni. L’amministrazione comunale fece realizzare anche - come regalo per Benedetto XVI, e il dono fu effettivamente poi consegnato allo Stato Vaticano - una vettura particolare (una sorta di caddy di quelli che si vedono sui campi da golf, evidentemente riadattato per l’illustre ospite) per accogliere il papa nel suo saluto ai fedeli riuniti a San Marco e per gli altri spostamenti nell’area marciana. E se a parco San Giuliano a scendere in campo fu la classica “papamobile” che vediamo in tante occasioni, guidata da personale del Vaticano, per il giro a San Marco l’onore di fare “l’autista del papa” toccò a Francesco Martucci, Istruttore capo della Polizia locale di Venezia, oggi in pensione.

LA SCELTA

«Nelle riunioni in Prefettura che precedettero l’evento - ricorda Martucci - si erano fatte varie ipotesi su chi dovesse essere alla guida. Alla fine, anche in ragione del fatto che il veicolo era stato acquistato dal Comune, fu deciso che dovesse essere un esponente della Polizia locale di Venezia. E quando il comandante Agostini mi disse che l’onore toccava a me, mi mancò la terra sotto i piedi».
Si trattava evidentemente di un premio a uno degli uomini più apprezzati della polizia municipale, e nulla fu lasciato al caso. «Ricordo ad esempio che fui “marcato stretto” nei mesi precedenti dagli investigatori che si occupavano di ogni aspetto della visita perchè volevano essere tranquilli sul fatto che il mio comportamento era inappuntabile anche nella quotidianità.

Andai due volte a Cervia nella sede della ditta che preparava il veicolo che doveva accogliere il papa per verificare che fosse tutto perfettamente in linea con quanto previsto». Le foto di quel 7 maggio ritraggono Martucci impeccabile alla guida, con seduto al suo fianco l’arcivescovo Georg Ganswein, fidatissimo segretario particolare di Benedetto XVI; in piedi l’uomo vestito di bianco e appena dietro il patriarca Scola. «L’incontro con Ratzinger - prosegue Martucci - fu uno dei momenti più emozionanti della mia vita, immaginate cosa può significare per un credente essere al cospetto del papa. Cosa notai? Che avevo di fronte un uomo già anziano, affaticato. E chinandomi per baciare l’anello mi incuriosirono quelle scarpette rosse che aveva ai piedi».

IL PIANO 

La macchina destinata al giro papale una volta realizzata fu custodita alle Procuratie, sorvegliata a vista; del resto tutto per quella visita era stato studiato attraverso riunioni su riunioni per pianificare ogni dettaglio. «Non so come riuscii a respirare durante quel giro a San Marco, fu un turbinio incredibile di emozioni... Al tempo stesso ero concentratissimo, dovevo guidare senza mai perdere di vista il dottor Domenico Giani, che era il responsabile della sicurezza del Vaticano, per essere pronto al suo minimo cenno. In realtà mi fermai solo per pochi secondi perchè il papa si chinò per baciare un bimbo... Ovviamente la piazza era blindata, c’erano 150 uomini solo della Gendarmeria vaticana, cecchini sui tetti e tutto quel che serviva per non avere alcun intoppo sul piano della sicurezza».
Poi la mattina dopo il bagno di folla a San Giuliano, mentre a pranzo papa Ratzinger si intrattenne con i vescovi del Triveneto nel palazzo Patriarcale e nel pomeriggio incontrò il mondo della cultura e dell’economia nella Basilica della Salute prima di rientrare in aereo a Roma. E Martucci, da parte sua, si ritrovò assediato dai media di mezzo mondo. «Mi volle intervistare perfino il National Geographic... L’immagine del papa davanti alla Basilica di San Marco, in quella cornice meravigliosa, fece il giro del mondo, e non per modo di dire. Due giorni veramente indimenticabili, non saprei come altro definirli. Avevo portato in giro il papa, in mondovisione, che altro aggiungere?».

 

Ultimo aggiornamento: 16:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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