Vecchio Hotel Bauer addio, dai quadri alle chiavi: all'asta diecimila pezzi. Ecco tutti i prezzi - Foto

Mostra a Milano, a Palazzo Crespi, sede italiana della francese Artcurial che cura l’intera operazione

Giovedì 2 Marzo 2023 di Giulietta Raccanelli
Vecchio Hotel Bauer addio, dai quadri alle chiavi: all'asta diecimila pezzi

MILANO - Colonnine barocche, lampadari in vetro di Murano, boiserie dorate, divani di velluto in stile veneziano dai colori tenui, tende preziose, quadri. Su una consolle, uno accanto all’altro, cloche d’argento, bricchi e teiere. Su un pannello in entrata, perfino le chiavi delle stanze con le originali placche numerate. Rappresentano l’anteprima selezionata dei 10mila oggetti che fino a pochi giorni erano parte integrante e mobilio imprescindibile dell’Hotel Bauer, lo storico albergo veneziano, a due passi da San Marco. Causa il prossimo completo restauro, ora tutto questo dovrà trovare un'altra collocazione e tutto verrà messo all’incanto. Siamo a Milano, al piano terra di Palazzo Crespi, sede italiana della casa d’aste francese Artcurial che cura l’intera operazione.

 


 
IL PROGRAMMA
Nei prossimi due mesi gli arredi verranno valutati e soppesati da tutti i potenziali acquirenti, in loco ma anche online (fra pochi giorni l’intero catalogo sarà su artcurial.com). L’esposizione milanese resterà aperta fino al 31 marzo. Dopo una tappa a Montecarlo, si andrà a Parigi, dove i pezzi saranno battuti. Dal 24 al 29 aprile, in presenza e anche online. Ora dunque il Bauer è un guscio vuoto, in attesa di essere totalmente ristrutturato. La nuova proprietà, il gruppo Signa Holding, ha affidato la gestione dell’intero complesso alla compagnia Rosewood Hotels & Resorts. Il nuovo restauro sarà per mano dell’architetto veneziano Alberto Torsello. Si riaprirà nel 2025, con 110 nuove camere, oltre la metà suite, di cui una presidenziale. E un giardino pensile all’italiana, una struttura benessere e una piscina all’aperto. 

OGGETTI TESTIMONIANZA
Per tutti i vecchi arredi nelle storiche stanze non c’è quindi più posto. Resteranno in loco solo pochissimi fortunati a testimoniare del passato che fu. Un passato stratificato, eclettico, con vari stili che si sono succeduti negli anni. È il destino di oggetti sottoposti all’usura del tempo, in parte sostituiti, in parte conservati, spesso fatti traslocare. Tabea Caporali è project manager di Artcurial. È lei che ha gestito ogni passaggio: l’inventario, la classificazione per le varie tipologie, l’imballo, il trasporto a bordo di 36 camion sulle chiatte, fino allo stoccaggio in un capannone di Jesolo: «Tre incredibili mesi di lavoro ininterrotto passando al setaccio ogni angolo - spiega - dal salone delle feste ai più nascosti pertugi dell’intero edificio. Da novembre a metà dicembre tutto è stato schedato e catalogato; nessuno escluso, dai pezzi più importanti alle chiavi di ogni stanza. Sono stata aiutata da una squadra preziosa, composta anche da una quindicina di giovani studenti di Ca’ Foscari in parte del corso di Storia dell’Arte, in parte di quello di Economia e Gestioni delle arti delle attività culturali (EGArt), che hanno etichettato e schedato ogni oggetto». Ciò detto, Caporali porge un’anticipazione del catalogo, una serie di foto e una breve didascalia esplicativa. C’è la monumentale coppia di dipinti a olio attribuiti a Claudio Francesco Beaumont, che stavano nel Salone delle Feste e che sono tra le opere esposte in questa anteprima milanese (valore stimato 40 mila-80 mila euro); c’è la coppia di appliques Seguso a tre braccia in vetro soffiato, pizzicato e dorato stimata tra i 30 mila-50 mila euro. E poi le tende di raso verde acqua della manifattura Bevilacqua, tra i 4 mila e i 6 mila euro, le testiere dei letti in tessuto Rubelli (200 euro-300 euro). Le poltroncine bergères presenti anche in questa anteprima che hanno prezzi più che accessibili, non superano i 600 euro, infine i bei tavolini della lobby anni ’60 che si attestano tra gli 80 e i 100 euro. Ce n’è per tutte le tasche, dunque.

LA STORIA
Ad Artcurial sperano di bissare l’asta del mobilio del Ritz di Parigi, che ha fatto “guanto bianco”, che in gergo significa aver venduto tutto. Non ci si stupisce di questo successo, perfino in questo nostro tempo smemorato che non ama molto il vecchio. Perché nel passare in rassegna questi oggetti e questi mobili, anche i più semplici, si prova quasi un brivido, una piccola vertigine: tempi e luoghi si sovrappongono insieme al pensiero delle mille mani che negli anni li hanno sfiorati, dei mille corpi che su quelle sedute si sono accomodati. Tra loro gli ospiti illustri del Bauer, Marilyn Monroe, Re Carlo III e Camilla, re Faruk a Karim Aga Kahn, Arthur Rubinstein, Renata Tebaldi, Mario Del Monaco, Ginger Rogers, Joan Baez. Quante storie si trascinano con sé gli oggetti che abitano i nostri spazi e quanto può venire immaginato solo a guardarli. E il pensiero, molto pop, va poi nel maniero della Bella e la Bestia in versione disneyana in cui tutto si anima, dalla teiera al candelabro. 
 

Ultimo aggiornamento: 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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