VENEZIA - Dalla facciata dell'edificio che ospitava la scuola dell'infanzia Santa Teresa di Venezia sono sparite le impalcature: i lavori sono terminati grazie all'investimento di ingenti fondi destinati al ripristino degli edifici scolastici danneggiati dall'Acqua Granda del 2019.
L'OPEN DAY
A gennaio, infatti, le insegnanti della Santa Teresa hanno presentato le attività della scuola ad un'ampia platea di genitori accorsi all'Open Day, attratti dall'idea di mandare i propri figli in un edifico appena restaurato e punto di riferimento per la comunità di Santa Marta. «Nel corso della presentazione racconta Francesca Vianello il personale scolastico non è stato in grado di rassicurare i genitori circa il ritorno nella vecchia sede, né sulle condizioni generali. A tutti è sembrata più che una promozione, il modo per far propendere le famiglie verso un'altra scelta». Quella delle Terese è una vicenda che si trascina ormai da tre anni. Era il settembre 2019 quando l'allora Assessore Zaccariotto rassicurava i genitori sull'imminente inizio dei lavori per la messa in sicurezza del giardino e delle aule, smentendo le voci che già circolavano sull'ipotesi di chiusura. L'Acqua Granda di novembre aveva pesantemente danneggiato l'edificio. Gli interventi avevano costretto a trasferire i bambini prima a Sacca Fisola e poi alla Diego Valeri; soluzione temporanea ma che al contrario ha decretato la fine della vecchia sede. Oggi, dopo tre anni la scuola è stata chiusa. «In questi mesi abbiamo più volte sollecitato l'assessore e la dirigente Grandese per avere notizie conclude Vianello ma ci siamo scontrati contro un muro di gomma. Scopriamo solo attraverso i giornali che la scuola non riaprirà». Si unisce alle rimostranze dei genitori anche la consigliera Pd Monica Sambo: «Nell'attualità incalzante della crisi energetica il Comune trova l'alibi perfetto per sdoganare l'ennesimo scippo ai veneziani». Alla Sambo ribatte l'assessore Besio: «Uno scippo, quello che farebbe lei alla sostenibilità ambientale attivando un edificio che può ospitare almeno il doppio dei bambini ma ne accoglierebbe forse poco più di una decina». Besio ha spiegato che il palazzo verrà però destinato ad altro uso: «Sono in corso diverse interlocuzioni per restituirlo alla cittadinanza, ma ancora nessuna decisione è stata presa». A spiegare i sospetti sul destino dell'edificio però concorre un progetto presentato a maggio dallo Iuav sull'ampliamento degli spazi destinati agli studenti, che fa rientrare il palazzo delle Terese, adiacente alla sede centrale dell'Università di Architettura, nelle planimetrie ufficiali.