Venezia. Aggressione all'Accademia, verificatore dell'Actv viene morso a un braccio

Giovedì 19 Ottobre 2023 di Tomaso Borzomì
VENEZIA Verificatore aggredito al pontile dell'Accademia

VENEZIA - Pugni, pedate, un morso che ha portato in carne viva un uomo e una colluttazione a terra. La terza aggressione nel giro di pochi giorni vede protagonista ancora la zona tra Toletta e Accademia, con il pontile dell’Actv teatro dell’apparentemente inspiegabile gesto da parte di una persona non in piena coscienza. A riferire l’accaduto è il consigliere regionale Jonatan Montanariello, che alle 18.20 si trova va all’Accademia in attesa di prendere un vaporetto verso piazzale Roma, quando un uomo di colore, calvo, magrolino e tatuato ha dato in escandescenza: «Ha cominciato a urlare, manifestando atteggiamenti violenti verso i presenti. I verificatori presenti nel pontile a fianco, quello che porta verso il Lido, sono corsi per capire cosa stesse succedendo». Neanche il tempo di arrivare, che l’uomo è andato su tutte le furie: «Li ha seguiti nell’altro pontile, nel frattempo è arrivato il vaporetto e l’uomo si è gettato verso il marinaio dando vita a una vera e propria rissa.

Solo dopo l’intervento dei verificatori il mezzo è ripartito». A quel punto, l’inevitabile, l’uomo si è scagliato contro i controllori, attoniti: «Ha morso al braccio uno dei due portandolo in carne viva, per terra c’era sangue, finché le forze dell’ordine sono arrivate sul posto». 


LEGGE REGIONALE 

Da collega, Montanariello si è prodigato per sostenere i malcapitati, ma sottolinea una cosa: «Domani (oggi) si discuterà una legge regionale per esternalizzare il servizio del verificatore, non è possibile. Sono persone soggette ad aggressioni, che se si trovassero in un’azienda piccola, rischierebbero di trovarsi senza tutela legale perché Actv potrebbe tranquillamente sottrarsi dal costituirsi parte civile. De Berti fermi questa follia, il lavoro di queste persone è un prezioso anello delicato, la parcellizzazione non serve a nulla». 


LA MOVIDA

Le aggressioni avvenute a Dorsoduro non sembrano però spaventare più di tanto gli esercenti dell’area. A loro sensibilità si tratterebbe infatti di una serie di coincidenze, più che una zona “non sicura”. Semmai, a lasciare perplessi è quello che può accadere nelle ore notturne, a causa degli eccessi dell’alcol. Motivi per cui si nota l’esigenza di maggiori controlli, ma su tutto il territorio. Non sembra esistere un allarme sociale, come afferma Giovanni Pelizzato, della Toletta: «I fatti in sé sono significativi, un fenomeno però non limitato a questa zona, anzi, qui non mi pare ci sia gran degrado». Il titolare della libreria continua: «Manca però in città un presidio, c’è un deficit di controllo». C’è poi il risvolto sociale: «Si è diffuso un senso di impunità che va di pari passo con un degrado maggiore, quello morale. Venezia sta diventando sempre più un luogo dove apparentemente ci si possa divertire facendo di tutto. Si pensi agli addii al celibato, alle bibite in mano dei ragazzi. Questa immagine contribuisce a una percezione della città dove in piena notte si può fare violenza. E i singoli episodi preoccupano e spaventano. Per questo serve un maggiore presidio per far sì che non ci si senta abbandonati a se stessi». 

GLI ESERCENTI

Oltre a questo, però, fino alle 19.30, tutto pare normale: «Chiudo alle 19,30, però mi muovo alla mattina presto, sulle 5: l’assenza di pattuglie contribuisce a far sì che non ci sia un vero e proprio controllo». In linea è il pensiero di Orsola Re, della farmacia “Alla Fede”, a pochi passi dall’Accademia: «La sensazione è simile a quella di anni fa, forse in certe ore notturne le cose cambiano, ma chiudo alle 19.30». E anche in questo caso, l’esigenza espressa è di maggiori presidi: «Da una certa ora in poi non se ne vedono più. E d’estate, attorno alle 20, si vedono gli scatolettisti che se ne vanno dopo la giornata passata sul ponte. Peccato perché tutto questo si era fermato con il Covid, ma poi è tornato». Andrea vende prodotti alimentari per il turismo, in zona Toletta, e una delle novità degli ultimi anni che ha notato riguarda i movimenti che si aggirano attorno ai take-away che tengono aperti fino a tardi: «Ogni tanto a sera tardi si incontrano persone che non sono proprio il massimo, una residente della zona mi ha detto di non sentirsi serena nel tornare a casa da sola, certo è che non è più la Venezia di una volta, ma da dieci anni a questa parte le cose non sono cambiate molto». Il problema però rimane: «Non è che qui, rispetto ad altre zone, sia peggio, il cambiamento riguarda tutto il Paese, ci sono scatolettisti che passano in più, ma sono cambiati anche i titolari dei negozi». Più defilata dal viavai è la cartoleria di Matteo Gianola, che racconta: «È come se niente fosse, forse la ricerca del divertimento nell’ubriacarsi potrebbe cambiare direzione, ma non direi che ci sia paura». Invece Stefano, della tabaccheria di San Trovaso, ha un altro sentore: «La gente è peggiorata molto, ci sono poche pattuglie, magari di giorno il problema non c’è, ma io chiudo alle 19».

Ultimo aggiornamento: 07:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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