Udinese. Parla l'ex Gigi Turci: «Mercato pazzo, ma i Pozzo lo governano. Sorpreso dall'addio di Marino»

Il portiere "in pensione": «Ormai il calcio va gestito con regole aziendali. Balzaretti rappresenta il futuro»

Mercoledì 28 Giugno 2023 di Guido Gomirato
Gigi Turci con la maglia dell'Udinese nella stagione 2001/2022

UDINE - L' Udinese sta cambiando pelle. Oltre a Udogie e Arslan sono attese altre partenze. Una è quasi scontata, quella di Pereyra: il procuratore Pastorello gli sta cercando una sistemazione in un club che gli garantisca un ingaggio importante. Molto probabile appare poi quella di Becao e lo stesso Beto sembra sul mercato. La proprietà è comunque decisa a sostituire adeguatamente i partenti, al di là degli acquisti concretizzati già nei primi mesi del 2023. I Pozzo vogliono mettere a disposizione di mister Sottil una squadra ancora più competitiva, in grado di posizionarsi nella parte sinistra della classifica e di praticare calcio divertente.

I tifosi possono stare tranquilli: la storia è dalla parte della proprietà, che sa gestire il club e fare mercato come pochi.

CERTEZZE

«Sicuramente sono abili, esperti e preparati - concorda Gigi Turci - c'è da fidarsi. E pensare che nel 1998, quando la squadra di cui facevo parte chiuse al terzo posto, ci rimasi male quando seppi che l'allenatore Zaccheroni se ne stava andando e che Bierhoff e Helveg erano in procinto di essere ceduti. Se tutti e tre fossero rimasti, mi dissi, avremmo potuto lottare per lo scudetto. Con il tempo ho capito che, quando un "big" ha richieste importanti, non puoi trattenerlo. Negli anni a seguire mi sono anche reso conto del fatto che la politica dei Pozzo di puntare sui giovani rappresenta una strada che porta lontano». È giusto sognare? «Sì. Io lo feci nel 98, e credo anche alcuni compagni, come fanno i tifosi - sorride l'ex portiere -. Però bisogna pure essere realisti: il calcio va gestito con regole aziendali, più che con il cuore. Non puoi permetterti di fare il passo più lungo della gamba, se sbagli paghi. Negli ultimi 20 anni sono fallite numerose società: Napoli, Fiorentina, Torino, Parma, Palermo e Ancona. Ha rischiato anche la Lazio, prima dell'avvento di Lotito. Cito i club che mi vengono in mente, ma l'elenco sarebbe lungo. Oggi nel massimo campionato gran parte dei club è indebitato, alcuni fortemente». Anche in campo europeo, Premier esclusa, non si sta poi così bene. «Benzema che lascia il Real Madrid deve fare meditare, come Messi che rinuncia al Barcellona e poi anche al Psg - osserva -. Oppure Koulibaly che lascia il Chelsea per andare nei Paesi Arabi o Tonali che doveva essere la pietra miliare del Milan e giocherà in Premier».

FUTURO

Fatte queste considerazioni, Turci si sofferma sull'Udinese. «Non deluderà, al di là di chi sarà ceduto - garantisce -. La proprietà ha sempre saputo adeguatamente sostituire chi se n'è andato. Così farà adesso se cambieranno aria, come sembra, i vari Pereyra, Beto e Becao. E la squadra saprà far fronte anche alla temporanea assenza di Deulofeu (il catalano non sarà al 100% prima di ottobre, ndr), la cui indisponibilità nella seconda parte di stagione si è avvertita». Non può mancare un cenno su Pierpaolo Marino, che ha chiuso con l'Udinese dopo una lunga militanza, ben 11 anni in due distinti periodi. «Con il direttore ho sempre avuto un rapporto molto corretto, sin dal momento in cui è arrivato a Udine nel 98 - sottolinea -. Ho apprezzato la sua competenza e disponibilità. E poi come ha interpretato il pensiero dei Pozzo e gestito lo spogliatoio. Francamente non mi aspettavo il fine corsa in Friuli del responsabile dell'Area tecnica. Spiace. Però, senza entrare nel merito della decisione che le parti hanno preso e che io non conosco, sono consapevole che se i Pozzo hanno individuato in Balzaretti il dopo Marino significa che sono sicuri che non lo farà rimpiangere. Avrà la possibilità di lavorare in un ambiente sano e in una società organizzata che, lo ribadisco, sa fare calcio a 360 gradi. Balzaretti rappresenta, oltre al rinnovamento, anche il ringiovanimento del club».

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