​Finti prosciutti pregiati di San Daniele:
9 persone indagate per frode e truffa

Martedì 21 Luglio 2015 di Paola Treppo
Il vero timbro a fuoco
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SAN DANIELE DEL FRIULI - Approfittando dei momenti di assenza degli ispettori dell’Istituto di controllo di qualità, sostituivano i prosciutti di San Daniele con prodotti nazionali ed esteri che poi marchiavano con falsi timbri, a fuoco, “San Daniele Dop”. Poi il prodotto veniva immesso sul mercato come pregiato San Daniele mentre le cosce originali venivano vendute sul mercato nero. Ma sono stati scoperti e indagati.



Nove persone sono finite iscritte, infatti, sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Udine, nell’ambito di una maxi inchiesta per frode in commercio e truffa aperta sul crudo di San Daniele. I fatti riguarderebbero centinaia di cosce di prosciutto e risalirebbero al periodo compreso tra il 2011 e il 2013.



L’indagine era partita tre anni fa dopo che le analisi su alcune vaschette di prosciutto, trovate sugli scaffali di un supermercato, avevano evidenziato la presenza di nitrati, incompatibili col disciplinare di produzione della dop. E ha puntato il dito contro i titolari di una ditta di San Daniele del Friuli, la “Marini Salumi Srl”, specializzata nella lavorazione del prosciutto crudo.



Presidente, vicepresidente e amministratore di fatto dell’azienda, Sisto, Antonella e Leonardo Marini, sono accusati, in concorso, di ricettazione, contraffazione, alterazione o uso di segni distintivi di opere dell’ingegno o prodotti industriali, frode nell’esercizio del commercio, truffa (tentata o consumata) e appropriazione indebita. Tra gli indagati figura anche la ditta, chiamata in base alle norme sulla responsabilità amministrativa degli enti.



Nei guai sono finiti pure il gestore e la procuratrice speciale di una ditta di Parma, Emanuele Coppellotti e Monica Fiori, a cui sarebbero finiti alcuni dei prosciutti, insieme a Riccardo Anselmi (di un’omonima ditta di Mantova), a cui la Procura attribuisce il ruolo di mediatore tra la ditta friulana e quella emiliana.



L’avviso di conclusione delle indagini preliminari è stato notificato anche a Mario Paiani, dirigente veterinario dell’Ass 4 Medio Friuli, accusato di favoreggiamento e omissione di atti d’ufficio perché avrebbe promesso ai Marini di aiutarli a eludere le investigazioni. Nel registro degli indagati sono finiti, infine, Elena Presello e Claudio Querini, due dipendenti dell’Ineq, Istituto Nord Est Qualità, società consortile addetta al controllo dell’affettamento e del confezionamento del processo di certificazione dop, che secondo l’accusa non avrebbero impedito con un’attenta vigilanza la sostituzione dei prosciutti.
Ultimo aggiornamento: 16:16 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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