Il piano di De Toni: dal patto con Fedriga alla nuova tariffa rifiuti

Fontanini: "Non ci sono cose concrete a parte lo spazzino di quartiere Ma è poco"

Giovedì 18 Maggio 2023 di Camilla De Mori
Il piano di De Toni: dal patto con Fedriga alla nuova tariffa rifiuti

UDINE - «Sarò il sindaco di tutte e di tutti».

Alberto Felice De Toni, che pure in più occasioni, in aula, tende la mano al suo avversario Pietro Fontanini (anche sul rendiconto), nelle sue linee programmatiche, presentate ieri al Consiglio, marca comunque la differenza rispetto al suo predecessore, che aveva detto di non essere il sindaco di tutti. Nel documento torna lo slogan elettorale («Le persone al centro») e riecheggiano le proposte del suo programma in un mix con quelle dell'alleato Ivano Marchiol.


I PUNTI
Il primo punto, già anticipato subito dopo la vittoria, è il patto di legislatura che De Toni vuole «proporre e condividere con la Regione», assieme a categorie, forze sociali, associazioni, ateneo, Diocesi e comunità religiose, professionisti. Obiettivo «rendere questo territorio pienamente europeo» e, fra le altre cose, ribadire «il ruolo del territorio di Udine in cui si produce più di metà della ricchezza» del Fvg e il suo peso nelle riforme della Regione. Sul fronte rifiuti, De Toni punta su «un modello di raccolta articolato: porta a porta per abitazioni singole o piccoli condomini, isole ecologiche per i condomini con spazi comuni capienti, cassonetti di prossimità» per quelli che non ne hanno, «cassonetti a scomparsa laddove utili, possibili e convenienti». Questi ultimi ipotesi residuale? «Valuteremo tutte le opzioni in campo. Quelli a scomparsa potrebbero essere introdotti in centro città. Faremo un approfondimento complessivo», assicura l'assessora Eleonora Meloni. E poi De Toni propugna lo spazzino di quartiere ma anche, come «obiettivo a medio termine», «il sistema tariffario a corrispettivo (pago per quello che conferisco)» e come «obiettivo strategico la riprogettazione della struttura societaria» di Net «puntando a un gestore unico pubblico affinché la Net diventi l'attore di riferimento per l'attuazione degli obiettivi del Piano rifiuti regionale».
Sulla rigenerazione urbana, la "firma" tra le righe sembra già quella di Marchiol. De Toni parla di «ampliamento delle zone pedonali» e di un ripensamento delle piazze del centro. Non manca l'intenzione di ricucire la cesura creata dai binari a Udine est «realizzando le condizioni per eliminare i passaggi a livello» (e qui strizza l'occhio ai comitati e a Matteo Mansi), ma pure la Safau, per cui De Toni vuole «un percorso di progettazione partecipata». Parlano la lingua di Marchiol il piano del verde, «le depavimentazioni puntuali», la riformulazione del Piano del traffico e l'incremento di ciclabili e rastrelliere, ma anche l'aumento di zone 30, «fino a prevedere, negli orari di entrata e uscita dalle scuole, strade a divieto di transito». E poi sanità «saldamente pubblica», più assistenti sociali, welfare condominiale, una riorganizzazione dell'assistenza domiciliare con la rivisitazione di No alla Solit'Udine e ambulatori di quartiere «accessibili ogni giorno». Previsti anche sportelli, «una cittadella dei giovani» e pure un «disability manager». Sul fronte cultura, non dimentica l'Odeon «che può colmare anche il bisogno di uno spazio per la musica dal vivo» e, per il turismo, pensa a «pacchetti integrati fra sedi e servizi». Obiettivo entro 5 anni «la candidatura di Udine a capitale italiana della Cultura 2028». Sul fronte economico De Toni vuole «economia di quartiere e commercio di prossimità» e, per favorire nuovi insediamenti, punta su spazi dismessi riqualificati a condizioni agevolate e sull'uso della leva fiscale locale. Vuole fare di Udine il polo regionale del biologico e della sostenibilità e punta a un mercato ortofrutticolo per il consumo. Non rinuncia poi al suo sogno di «UniDoc», partendo da eccellenze come il San Daniele e i vini del Collio, con un «partenariato pubblico-privato» con tanti attori, fra cui anche l'ateneo, Friuli Doc, Ein Prosit, per fare di Udine «la Capitale europea di scienza e cultura del cibo». Per promuoverla in chiave mitteleuropea De Toni vuole istituire una Cabina di regia maxi taglia, anche per intercettare i finanziamenti Ue e i fondi Pnrr. Nelle linee entrano poi progetti di educazione alle differenze nelle scuole, il reintegro «dell'identità alias» per i dipendenti comunali, il rientro nella rete Ready contro le discriminazioni e l'adesione al sistema Sai per l'accoglienza diffusa dei profughi. Per promuovere la partecipazione il sindaco punta a spazi autogestiti, una Casa delle associazioni e il bilancio partecipativo. Cavalca poi la «sicurezza partecipata» (e quindi «volontari per la sicurezza, gruppi di vicinato o di cittadinanza attiva») sul modello Verona. Sì alla sorveglianza davanti alle scuole e a telecamere nei luoghi a rischio. Altro cavallo di battaglia (e altra delega assessorile) la smart city. Nella chiosa, De Toni parla di una Udine che sia «capitale» nel senso di "caput", «cioè testa che pensa al Friuli». Per lui il futuro è quello di «una città del terziario avanzato, innervato nel digitale». Non manca un cenno a «impianti decisivi come Stadio Friuli e Palasport Carnera e squadre prestigiose come Udinese e Old Wild West». La chiusa è shakespeariana: «Ogni cosa è pronta se anche i nostri cuori lo sono».


LA MINORANZA
Rinviata al 29 maggio (con emendamenti da presentare entro il 25) la discussione, come da richiesta della minoranza "fontaniniana" accolta dalla maggioranza. Stefano Salmè, contrario al rinvio, il documento, avrebbe voluto votarlo. Per Fontanini le linee guida sono «molto generiche, non ci sono proposte concrete oltre allo spazzino di quartiere che mi sembra poca cosa magari sostituendolo con una spazzatrice meccanica».Stessa opinione per Loris Michelini.

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