SAPPADA - A Sappada serpeggia il malumore contro la Regione Friuli Venezia Giulia. Il Comune germanofono, passato con legge statale nel 2017 dal Veneto al Friuli Venezia Giulia grazie soprattutto all'accordo in Parlamento dei deputati triestini Massimiliano Fedriga e Ettore Rosato, con l'appoggio dell'allora presidente di Regione Debora Serracchiani, sembra aver perso l'entusiasmo che aveva caratterizzato i primi tempi della nuova appartenenza territoriale nel comprensorio montano della Carnia.
Sappada, i problemi dopo il passaggio in Friuli
A scoperchiare il malcontento che si cela nella tradizionale riservatezza e adesione alla maggioranza leghista (nelle elezioni di 2018 la Lega e Fedriga ottennero a Sappada oltre il 60% dei voti), è stato, paradossalmente, il gruppo dei promotori del referendum, che ora sono rappresentati in consiglio comunale nella lista di minoranza "Sappada Cambia". Sono stati infatti i tre consiglieri Alessandro Mauro, Matteo Romanin e Aldo Kratter, a convocare una assemblea cittadina, dove sono stati esposti i problemi che stanno facendo emergere la lontananza del governo triestino da Sappada.
Gli impianti di risalita e la cabinovia
La questione più scottante è quella degli impianti di risalita del comprensorio sappadino, acquistati dai proprietari locali e dal Comune di Sappada da Promoturismo FVG, l'ente regionale che si occupa della strategia, della gestione operativa e della promozione turistica del Friuli Venezia Giulia. Nel 2019 era stato varato dalla Giunta regionale un progetto per la sostituzione degli impianti di risalita, in particolare una nuova cabinovia per Sappada 2000, con un finanziamento di 15 milioni di euro. Ma quattro anni dopo di questo progetto e degli euro da spendere a Sappada nessuno sa nulla. I rappresentanti di Sappada Cambia accusano l'amministrazione comunale, in particolare il sindaco Manuel Piller Hoffer, di tenere all'oscuro la popolazione e le categorie economiche interessate sugli investimenti che Promoturismo vorrà fare e, soprattutto, manifestano la contrarietà di operatori e maestri di sci per l'operazione della cabinovia verso Sappada 2000. «Non è possibile - dice il consigliere Matteo Romanin - che il più grande investimento previsto a Sappada negli ultimi anni venga tenuto nascosto.
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