Compleanno di Sappada, un anno in Friuli: ecco cosa (non) è cambiato

Venerdì 23 Novembre 2018 di Lucio Eicher Clere
Compleanno di Sappada, un anno in Friuli: ecco cosa (non) è cambiato
10
La carnica Sappada celebra il 1. anniversario del passaggio dal Veneto al Friuli Venezia Giulia. Era un mercoledì di novembre autunnale, con la vallata a riposo per chiusura di quasi tutti gli alberghi. D’improvviso, verso metà giornata, si diffonde la notizia del sì alla legge che decide il passaggio di Regione dopo l’iter iniziato con il referendum popolare del 2008. E allora inizia la festa dei referendari e di tanti sappadini che li hanno seguiti. Caroselli di macchine con bandiere blu e stemma del grifone del Friuli sventolate, suoni di clacson, discesa al primo Comune fratello, quello di Forni Avoltri, per un abbraccio ideale con i nuovi fratelli carnici, risalita e bevute allegre. La scommessa fatta dal capo dei referendari, Alessandro Mauro, di radersi a zero, viene mantenuta nel bar Alle Alpi di Cima. Ma da quel giorno di festa sono seguiti giorni e mesi di ferialità molto meno entusiastica. 
COSA NON VA?
Più i problemi che non le facili soluzioni che in tanti si auguravano. Non ultimo l’isolamento dal Friuli per il dopo alluvione di fine ottobre, a causa del crollo del ponte di Comeglians. A sentire i convinti friulanisti sembra che tutto vada bene e il passaggio di Sappada sia stata la realizzazione di una sogno. Così come scrive Marco Santoro, ex consigliere comunale. «Se uno sogna da solo è solo un sogno, - commenta a un anno dal passaggio - se molti sognano insieme è l’inizio di una nuova realtà. Ci siamo tutti impegnati, ci siamo riusciti e adesso ne stiamo già raccogliendo i frutti lavorando in rete con le città limitrofe. La verità è una: Sappada cambia Sappada. Sono stati i cittadini insieme a tutti noi a volere fare questo passaggio. E quando succede, tutto può cambiare». Nei commenti a bassa voce e nei confronti interpersonali, però, i giudizi che tanti sappadini esprimono non sono favorevoli alla nuova realtà amministrativa. Molti si scontrano con i problemi legati alla sanità, dal medico di base, ai ricoveri ospedalieri, all’assistenza sociale, alla casa di riposo. Difficoltà si sono avute per l’inizio dell’anno scolastico, con carenza di insegnanti soprattutto nella scuola media, con la sede dell’Istituto comprensivo a Comeglians anziché a Santo Stefano.
DIAMO TEMPO AL TEMPO
Ci vorrà tempo per normalizzare la situazione, molto più che un solo anno. E lo ammette anche il sindaco Manuel Piller Hoffer. «Un grande ringraziamento -scrive- a chi ci sta supportando in questa fase di riorganizzazione che richiede tempo e pazienza. Non dobbiamo dimenticare i rapporti creati nel tempo continuando a coltivarli, e dobbiamo impegnarci per crearne di nuovi per integrarci nella nuova realtà regionale. Quando la comunità lavora per un obbiettivo comune ottiene grandi risultati! Dobbiamo guardare con positività al futuro, forti della nostra comunità e innata identità sappadina». Come dire: tra Cadore e Carnia restiamo sempre Plodar. 
 
Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 11:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci