Scuola, mancano almeno venti aule: dad, turni e prefabbricati per gli istituti superiori

Giovedì 6 Agosto 2020 di Alessia Pilotto
Il problema del ritorno a scuola con il Coronavirus è sentito ovunque
Turni, didattica a distanza ed edilizia leggera per affrontare a Udine il nuovo anno scolastico condizionato dalle misure di sicurezza anti-Covid. Secondo la ricognizione effettuata dalla Regione sugli spazi a disposizione per le lezioni, infatti, a Udine mancherebbero all’appello una ventina di aule, una carenza collegata in particolare alle scuole superiori: «Ci sono ancora alcune scuole che non hanno risolto il problema degli spazi – conferma Luca Gervasutti, dirigente scolastico del liceo classico Stellini e componente del tavolo di lavoro istituito con il Comune e l’ex Uti (Edr) per risolvere la questione - quelle più in difficoltà sono gli istituti secondari di secondo grado più grandi».
LE CRITICITÀ
Si parla di scuole come l’Isis Malignani, i licei scientifici Marinelli e Copernico e l’Isis Stringher, con molte classi. «L’Edr, con il commissario Augusto Viola, ha fatto, in collaborazione con i dirigenti, un grande lavoro di monitoraggio degli spazi necessari; ora ha mandato un prospetto riepilogativo alla Regione, cui spetterà il compito di decidere il da farsi». La competenza primaria, in realtà, spetta alle ex Uti e indirettamente al Comune di Udine. Tra le ipotesi, torna in auge quella dell’edilizia leggera: «Gli stessi dirigenti hanno pensato anche a soluzioni alternative in caso non si trovassero spazi adeguati in tempi congrui – continua Gervasutti - tra le opzioni proposte ci sono anche i prefabbricati e le tensostrutture. In questo caso, i tempi non sarebbero immediati: difficile che siano approntati per settembre, se ne parlerebbe semmai a dicembre o gennaio, ma si tratta comunque di strutture adeguate ad ospitare gli studenti anche nei mesi invernali. Nel frattempo, ci si organizzerebbe con lezioni a turni o didattica a distanza. Vedremo cosa dirà la Regione».
LA FIERA
Per quanto riguarda la Fiera di Udine, una delle prima soluzioni ipotizzate per risolvere il nodo degli spazi scolastici, sembra che si tratti di un’opzione che potrebbe essere sfruttata proprio dal Malignani che l’anno scorso aveva circa 130 classi. Per il rientro a settembre, inoltre, ci sarà anche da affrontare l’eventuale questione dei tamponi cui sottoporre i docenti e il personale Ata, questione su cui per ora non c’è ancora certezza: «In questi giorni – conclude Gervasutti - il Ministero dovrebbe pubblicare un documento che costituisce la sintesi del lavoro che il dicastero dell’Istruzione, quello della Salute e le organizzazioni sindacali hanno fatto per la ripresa in sicurezza delle attività. Lo stiamo aspettando per conoscere tutte le indicazioni precise».
DALL’INFANZIA ALLE MEDIE
Il problema delle nuove aule, invece, dovrebbe già essere risolto per quanto riguarda le 47 scuole di competenza comunale: quelle dell’infanzia (18 istituti), le primarie (22) e le secondarie di primo grado (7). A metà luglio il Comune ha annunciato che si riusciranno a rispettare le regole di distanziamento con gli spazi comunali. Alcune scuole si sono mosse autonomamente, chiedendo spazi ai privati, altre se la caveranno con interventi leggeri, come pareti di cartongesso, o semplicemente spostando gli arredi (il Comune ha stanziato due settimane fa 30mila euro ad hoc) o, ancora, sfruttando laboratori, biblioteche e aule magne. L’amministrazione ha a disposizione 520mila euro per adeguare aule e spazi didattici in conseguenza all’emergenza sanitaria e ha già annunciato che una parte di essi verranno usati per la sanificazione continua degli ambienti, ad esempio per le lampade Uv attivabili da remoto e in orario notturno, con metodi funzionali anche una volta superata l’emergenza Covid.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci