Gemona e Cividale, proteste dei comitati: «Ridateci i servizi ospedalieri»

Venerdì 7 Gennaio 2022
La protesta con gli striscioni
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ALTO FRIULI - La sanità, nelle sue varie declinazioni territoriali e sociali, è stata anche quest’anno al centro delle due celebrazioni eucaristiche tradizionali dell’Epifania friulana. Da Cividale a Gemona, la difesa dei presìdi ospedalieri territoriali è stato il filo conduttore, da un lato delle omelie dei parroci, dall’altro delle rivendicazioni dei cittadini.

Alla Messa dello Spadone nella città ducale si sono fatti sentire all’esterno del Duomo alcuni rappresentanti del Comitato per la tutela della salute nelle Valli del Natisone e Cividale, con cartelli e proclami che hanno ribadito la richiesta di potenziamento dell’ospedale cividalese, come ha ribadito il portavoce Renato Osgnach. “Ospedale di Cividale senza servizi!”, “Riaprite il pronto soccorso!”, “Cividale e Valli del Natisone senza ospedale!” queste le scritte che si sono lette. 

L'APPELLO
Un appello, quello sanitario, che era stato rilanciato in questi giorni anche dal sindaco cividalese Daniela Bernardi, che ha esortato: «Sull’ospedale non si può aspettare oltre, occorre chiarezza sul futuro del presidio sanitario locale che non appena l’emergenza coronavirus sarà finita dovrà poter erogare tutte le funzioni necessarie al territorio e, come ci è stato promesso, anche servizi aggiuntivi o comunque potenziati». Durante la celebrazione religiosa monsignor Livio Carlino ha lanciato strali contro i no-vax, «che arrivano ad accampare motivazioni legate alla fede», ma ha anche rivolto nuovi appelli alle istituzioni ad «ascoltare la popolazione e le sue istanze perché non si possono fare riforme sanitarie prescindendo dal confronto e calandole dall’alto» e infine anche una richiesta affinché si portino a conclusione i restauri del Duomo con l’impiego dei fondi stanziati ormai da anni. Un’omelia richiamata tra l’altro anche dal segretario regionale del Pd, Cristiano Shaurli: «La solennità di questo evento non può essere esteriore ma vuol dare forza e saggezza alle donne e uomini del nostro tempo per renderli capaci di dare speranza, a partire dalla nostra terra che vive tempi di marginalità e trova poca attenzione ai suoi reali problemi», ha dichiarato. 

GEMONA
A Gemona invece si sono visti gli aderenti al Comitato per la difesa del “San Michele” che ormai dal 2016 hanno scelto la Messa del Tallero come megafono per rivendicare il potenziamento del nosocomio cittadino, penalizzato a loro dire prima con la riforma Serracchiani e poi con quella di Fedriga. Nel corso della funzione, in cui il sindaco Roberto Revelant ha offerto nelle mani del vicario dell’arcivescovo monsignor Guido Genero il simbolico tallero d’argento come segno di sottomissione del potere temporale a quello spirituale, l’omelia ha richiamato all’alleanza in un cammino diversificato ma convergente, in cui le forze non sono in concorrenza e in contrapposizione ma operano per il bene comune, nel rispetto della dignità della persona, nella solidarietà, nella giustizia sociale: «Sono compiti difficili, che richiedono onestà profonda, conoscenza stimolante, accordo e sussidiarietà» ha esortato monsignor Genero. Presente a rappresentare la regione, l’assessore alle Finanze, Barbara Zilli.
«Il forte legame tra la comunità gemonese e l’autorità ecclesiale viene suggellato anche quest’anno nella tradizionale cerimonia del Tallero e il messaggio che l’Amministrazione regionale vuole diffondere per questa Epifania è quello di una forte lealtà e collaborazione della comunità per il bene comune: questo è l’augurio per il nuovo anno con l’auspicio di riuscire a superare tutte le fragilità che la pandemia ha messo in luce» ha dichiarato.

Ultimo aggiornamento: 07:56 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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