Il taglio alla gola e il corpo in un pozza di sangue: Luca ucciso perché ha visto troppo. Nel mirino la banda del silicone

Domenica 16 Aprile 2023
Luca Tisi ucciso nell'androne di un condominio

UDINE - Diversi furti: appartamenti del condominio visitati a più riprese da mani ignote. «Ultimamente il quartiere è un po' preso di mira, anche da me sono entrati» racconta uno dei residenti del condominio Alpi, che sorge sopra la galleria, tra l'altro attualmente in fase di restauro e quindi ingabbiato dai ponteggi. «Che li abbia visti scappare e fuggire stanotte? Un dubbio» spiega ai cronisti.  Si chiamava Luca Tisi ed era originario di Castions di Zoppola, in provincia di Pordenone, l'uomo trovato senza vita, con evidenti segni di aggressione sul corpo e un taglio alla gola, ieri mattina 16 aprile all'alba nella galleria dove si trova l'ex cinema Capitol, a Udine, nei pressi di Piazzale Osoppo.

Sull'episodio indaga ora la Procura della Repubblica di Udine, per l'ipotesi di omicidio.

LA TECNICA

Secondo alcuni residenti, ma l'ipotesi non ha trovato altri riscontri, Tisi potrebbe aver notato dei banditi in azione nei giorni scorsi. La banda del silicone aveva infatti marchiato alcune porte del palazzo allo scopo di valutare quali scardinare per mettere a segno i colpi.
I malviventi entrati in azione in zona hanno usato la tecnica del silicone: un filo sottilissimo incollato fuori dalle porte d'ingresso, tra lo stipite e l'anta, per capire se il proprietario è uscito di casa. E' quello il trucco, usato dai ladri prima di "ripulire" le abitazioni e viene utilizzato per verificare, se i proprietari dell'appartamento preso di mira frequentano la casa (aprendo la porta e quindi spezzando il filo impercettibile) oppure sono usciti. Si tratta di silicone applicato in due punti e lasciato unito da un filamento dello stesso. Se rimane intatto per giorni la casa non è frequentata e questo per i ladri significa un "via libera". Una tecnica non nuova ma nelle ultime settimane utilizzata spesso proprio nel condominio Alpi 2, limitrofo all'Alpi della galleria, come racconta proprio uno dei residenti, mostrando alcune foto e dei video rispetto allo stratagemma.

Era stata la portinaia dello stabile ieri tra le prime persone accorse sul posto e sentita dalle forze dell'ordine, pure lei addolorata per la morte di Tisi - a chiamare la polizia nella tarda serata di martedì dopo aver rimosso tutti i fili di silicone, che poi sono ricomparsi alle 7 del mattino seguente. L'amministratore di condominio ha messo subito in allerta gli inquilini invitandoli, tramite una comunicazione scritta, a "prestare la massima attenzione rimuovendo tempestivamente i "segnali" e, nell'ottica di collaborazione e solidarietà tra condomini, provvedere all'eventuale rimozione, qualora avvistati, anche negli altri appartamenti al fine di evitare spiacevoli episodi».

IL DUBBIO
Chissà - si sono chiesti i condomini - se il senzatetto possa aver visto qualcosa che per i banditi non avrebbe dovuto vedere. Da quanto emerso Tisi era stato seguito dal Dipartimento di salute mentale, e negli ultimi anni dalla Caritas. Senza fissa dimora per scelta, non lasciava mai il suo trolley e per una decina d'anni era stato ospite di un alloggio sociale, ma prima del lockdown aveva scelto di tornare a vivere per strada. Non voleva entrare in conflitto con le persone con cui condivideva l'abitazione. Descritto come una persona riservata, di poche parole, era impossibile convincerlo a tornare in struttura.

INVESTIGATORI AL LAVORO
Anche al tabaccaio le forze dell'ordine hanno chiesto di poter visionare le immagini della videosorveglianza esterna all'esercizio commerciale, per capire che cosa sia successo la scorsa notte. Al momento l'ipotesi è che l'uomo, il cui corpo privo di vita è stato trovato nel lato della galleria che si affaccia verso via Ermes di Colloredo, sia morto dopo aver subito un colpo in testa e un taglio alla gola, ma la dinamica dei fatti è al vaglio delle forze dell'ordine.

I COMMERCIANTI
«Una volta, parlando con lui, mi disse di essere di origine emiliana - racconta la titolare di un negozio di arredamento della galleria - I primi tempi aveva sempre un trolley grigio e il sacco a pelo. Negli ultimi mesi, invece, aveva rimediato una valigia azzurra. A pranzo, per mangiare, si metteva sempre verso via Ermes di Colloredo sui portabici» aggiunge la donna. «Era un tipo molto tranquillo - conferma anche il responsabile del punto vendita Despar, che si trova sempre nella galleria, verso viale Volontari della Libertà - Non faceva mai l'elemosina e ogni tanto capitava che entrasse in supermercato a comprarsi qualcosa da mangiare, andando via salutando sempre cordialmente». A confermare la sua indole di persona perbene anche una commessa dello stesso negozio: «Era sempre gentile. L'ho visto l'ultima volta ieri sera e ci siamo salutati. Con le mie colleghe ci chiedevamo come potesse sopravvivere al freddo, ci dispiace molto». «Era una persona curata e gentile che vedevamo ogni giorno. Siamo sotto choc fa eco al bar San Daniele il gestore Krasniqi Drilon -. Dormiva nella galleria e non chiedeva mai denaro. Ogni giorno veniva qui a bere il cappuccino e c'era sempre qualcuno che glielo offriva perché si era fatto ben volere da tutti. Ogni volta si assicurava che fosse stato pagato. È tutto a posto? Chiedeva prima di uscire con il suo trolley». «Non parlava mai di lui - prosegue - sapevo solo che si chiamava Luca ma la sua storia non ce l'aveva mai raccontata. Era riservato ed educato. Gli chiedevamo come stava e lui rispondeva sempre "Tutto bene ". Siamo davvero addolorati»

Ultimo aggiornamento: 18 Aprile, 21:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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