Morto dopo l'intervento a 56 anni:
indagati il chirurgo e l'anestesista

Sabato 12 Novembre 2016 di Paola Treppo
Morto dopo l'intervento a 56 anni: indagati il chirurgo e l'anestesista
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UDINE - Muore dopo un intervento di routine. La vittima si chiamava Eugenio Sottile, abitava a Campoformido, e aveva 56 anni; i suoi familiari chiedono di fare chiarezza sui fatti e hanno subito presentato un esposto; la Procura di Udine ha aperto un fascicolo, iscrivendo nel registro degli indagati due medici, accogliendo la richiesta di incidente probatorio e disponendo quindi l'autopsia.
 
«Sottile, a causa di un ictus, nel giugno 2015 era stato sottoposto all'ospedale di Udine a un intervento con asportazione di parte della calotta cranica, con la previsione di un successivo intervento di ricostruzione non appena il suo stato di salute si fosse stabilizzato - spiega in una nota lo Studio 3A -. In agosto, dopo una fase di riabilitazione, il paziente si era recato al pronto soccorso, sempre di Udine, per un rigonfiamento nella zona interessata all'operazione, ma la Tac non avrebbe evidenziato peggioramenti. Il 2 novembre il 56enne, considerato evidentemente ormai ristabilito, è così rientrato nel nosocomio di Udine per l'intervento di ricostruzione della calotta cranica, operazione programmata e considerata ormai routinaria; per valutare le sue condizioni, però, i medici avrebbero usato la Tac di controllo effettuata tre mesi prima, ed è questo uno dei motivi di perplessità da parte dei suoi congiunti».
 
Dopo l'intervento Sottile è stato trasferito nel reparto di terapia intensiva ed è stato comunicato ai familiari che non vi sarebbe stata alcuna possibilità di ripresa: durante l'operazione, infatti, la massa cerebrale sarebbe stata compressa al punto da provocarne lo spostamento e il conseguente danneggiamento; è stato comprensibilmente un duro colpo per i suoi congiunti, «Ai quali l'intervento in questione era stato presentato come un'operazione di routine e che non erano stati in alcun modo informati e preparati circa possibili rischi: non hanno potuto che assistere, impotenti, alla breve agonia del loro caro, che è morto venerdì 4 novembre».
 
Sconvolti, i familiari della vittima, si sono quindi rivolti a Studio 3A che, tramite del proprio servizio legale, ha presentato un esposto alla Procura a Udine, chiedendo all'autorità giudiziaria di avviare gli opportuni accertamenti per verificare eventuali profili di responsabilità penale in capo ai medici che hanno preso in cura la vittima e alla struttura ospedaliera, e di disporre anche l'acquisizione delle cartelle cliniche e l'esame autoptico.
 
Le richieste sono accolte dal pm, che ha aperto un procedimento penale per omicidio colposo nei confronti di F.T., 38 anni, di Trivignano udinese, e di S.M., 50 anni, di Udine - rispettivamente, il neurochirurgo e l'anestesista che hanno effettuato l'intervento - e che, condividendo «La necessità di provvedere con l'incidente probatorio a perizia medico legale volta ad accertare le cause del decesso e, in particolare, se esso sia riconducibile a errori diagnostici o terapeutici nella fase pre-operatoria e nell'esecuzione dell'intervento chirurgico», ha disposto l'esame autotpico sulla salma e la nomina di un collegio peritale costituito da un medico legale, un anestesista e un neurochirurgo.
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