​Polava: 3 abitanti e 1000 Buddha
convivono ai confini dell’Italia

Martedì 26 Aprile 2016 di Paola Treppo
Polava: 3 abitanti e 1000 Buddha convivono ai confini dell’Italia

SAVOGNA (Udine) - Stanno per tornare i monaci buddisti, nel monastero di Polava “Cian Ciub Ciö Ling”. Arriveranno in estate, con la bella stagione. Ma intanto, queste case in pietra, a 2 chilometri dal confine con la Slovenia, strappate qualche anno fa al degrado da Plinio Benedetti, e che hanno ospitato anche il Dalai Lama, restano aperte nei finesettimana per chi vuole scoprirle, rigorosamente togliendosi le scarpe. Fuori facciate in sasso, semplici, nello stile architettonico tipico della zona. Dentro un arcobaleno di colori, la vivacità dei mandala, le statue dorate delle divinità. In quella di più recente ristrutturazione, Plinio, un friulano di Gonars, ha realizzato mille statue del Buddha, così come gli è stato chiesto dal suo maestro; e adesso sta creando, nei boschi, un spazio dedicato al ritiro più assoluto, nella natura. Il monastero è il più importante della provincia di Udine e decisamente il più isolato, immerso nel verde, nel comune di Savogna. Qui si può fare meditazione e, per chi lo desidera, avvicinarsi alla fede buddista, con incontri per principianti. Il borgo è quello di Polava, una manciata di case, una strada stretta, un corso d’acqua, una fontana e tre abitanti stabili, tra cui una signora anziana. Tra i due edifici sacri, sistemato su un enorme masso, lo “stupa”, il “monumento spirituale” con una statua realizzata in Tibet e dal Tibet arrivata fino in Friuli.

Chi vuole ottenere buona fortuna, deve girarci attorno in senso orario per tre volte. E sono in tanti a raggiungere questo monastero per farlo, di qualunque religione. 

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