UDINE - L’export continua a crescere, ma a ritmo più lento. I dati Istat del secondo trimestre, pur confermando l’inversione di tendenza già registrata nei primi tre mesi dell’anno, sembrano evidenziare una frenata. Dopo il confortante +7,3% registrato a fine marzo, che collocava il Friuli Venezia Giulia tra le regioni di vertice per crescita delle esportazioni, il saldo aprile-giugno (negativo del 3,5%) riduce di molto il recupero, portando il saldo complessivo del primo semestre sotto il punto percentuale, a un timido +0,9% rispetto alla prima metà del 2013.
Analizzando i numeri con maggiore attenzione, però, emerge che il rallentamento è quasi interamente legato al dato anomalo di Trieste, in calo del 24%, come effetto statistico di una grossa commessa nel settore cantieristico chiusa nel secondo trimestre dello scorso anno. Al netto di questa anomalia, l’andamento del secondo trimestre ricalcherebbe quello del primo, continuando ad evidenziare una crescita piuttosto sostenuta delle esportazioni, che restano il vero traino di un manifatturiero ancora in mezzo al guado.
A confermare la tendenza positiva dell’export il bilancio di Udine e Pordenone, che hanno chiuso entrambe il primo semestre con incrementi decisamente più sostenuti rispetto alla media regionale. Un buon segnale dalle due province che restano il motore del manifatturiero regionale e che, dopo aver pagato alla crisi il pedaggio più pesante in termini di produzione e occupazione, tornano a mostrare un rinnovato dinamismo.
In particolare la Destra Tagliamento, dove la crescita dell’export nel secondo trimestre ha sfiorato l’8%, per una media del +7,2% nei primi sei mesi dell’anno, esattamente un punto più di Udine, che dopo aver sfiorato il +10% nel primo trimestre ha chiuso con un saldo del +6,2% a giugno.
Ultimo aggiornamento: 16:22
© RIPRODUZIONE RISERVATA Analizzando i numeri con maggiore attenzione, però, emerge che il rallentamento è quasi interamente legato al dato anomalo di Trieste, in calo del 24%, come effetto statistico di una grossa commessa nel settore cantieristico chiusa nel secondo trimestre dello scorso anno. Al netto di questa anomalia, l’andamento del secondo trimestre ricalcherebbe quello del primo, continuando ad evidenziare una crescita piuttosto sostenuta delle esportazioni, che restano il vero traino di un manifatturiero ancora in mezzo al guado.
A confermare la tendenza positiva dell’export il bilancio di Udine e Pordenone, che hanno chiuso entrambe il primo semestre con incrementi decisamente più sostenuti rispetto alla media regionale. Un buon segnale dalle due province che restano il motore del manifatturiero regionale e che, dopo aver pagato alla crisi il pedaggio più pesante in termini di produzione e occupazione, tornano a mostrare un rinnovato dinamismo.
In particolare la Destra Tagliamento, dove la crescita dell’export nel secondo trimestre ha sfiorato l’8%, per una media del +7,2% nei primi sei mesi dell’anno, esattamente un punto più di Udine, che dopo aver sfiorato il +10% nel primo trimestre ha chiuso con un saldo del +6,2% a giugno.
