Incrocio "maledetto" a Udine, scatta la rivoluzione: ecco come sarà la nuova rotonda

Sabato 17 Settembre 2022 di Alessia Pilotto
L'incrocio pericoloso a Udine

UDINE -  Sono iniziati i lavori per costruire la nuova rotatoria tra via Selvuzzis, via Gonars e via Lumignacco, uno dei nodi viari più pericolosi in città.

L’incrocio “maledetto”, teatro di tanti incidenti, sarà quindi messo finalmente in sicurezza. Il cantiere sarebbe dovuto partire a giugno, ma i tempi si sono allungati fino ad ora a causa di alcuni intoppi non previsti: adesso, invece, si parte. 


I DETTAGLI


L’opera sarà realizzata dall’impresa Bertoni Mario di via Tavagnacco e prevede come prima cosa la demolizione e l’allargamento della carreggiata, cosa che porterà ad una rotonda tradizionale, con un diametro di 48 metri. La conclusione era prevista per il 31 dicembre, ma adesso sarà da valutare se il ritardo nella partenza farà slittare anche il termine. Il Comune ha assicurato che, anche proprio alla luce dei molteplici incidenti che lì si verificano, sarà dedicata particolare attenzione alla gestione del cantiere e alla segnaletica temporanea. L’intervento, su cui sono stati investiti circa 600mila euro, prevede di spostare l’incrocio che ora è a ridosso del sottopasso; l’idea è di traslare l’asse a sinistra (cioè più verso la Net) di circa 15 metri: chi arriverà dal sottopasso, quindi, non si immetterà direttamente nella rotatoria, ma avrà più tempo per rallentare; la nuova opera garantirà quindi una maggiore visibilità ai veicoli che si avvicinano all’intersezione, assicurando più sicurezza. L’opera fa parte del più ampio progetto di realizzazione di una ciclopedonale tra Udine (con partenza in piazzale Cella) e Cargnacco, per cui sono stati stanziati 1,37 milioni di euro e che verrà realizzata una volta conclusa la rotatoria. 


IL QUADRO


La sistemazione di quell’incrocio è un intervento particolarmente sentito dal vicesindaco Loris Michelini: «Siamo perfettamente a conoscenza della condizione di estremo pericolo di quel tratto di strada. I lavori che ci accingiamo a realizzare sono finalizzati a mettere in sicurezza la viabilità. Stiamo parlando dell’ingresso di Udine per chi arriva dall’autostrada e dalla superstrada: turisti e visitatori non sono a conoscenza di quanto l’incrocio sia pericoloso». 
Per un cantiere che si sblocca, però, si allungano i tempi di un altro: per la pista ciclabile di via Cividale, infatti, è stata concessa una nuova proroga di un mese, che scadrà l’8 ottobre. I lavori hanno ormai superato i due anni di durata: partiti ufficialmente a fine giugno 2020, hanno subito una serie di ritardi decisamente importante, a cominciare dal fallimento della ditta che aveva vinto la gara. Dopo soli quattro mesi, infatti, l’intervento si è bloccato perché l’impresa è finita in concordato preventivo. Risultato? Un anno di stop, tra burocrazia e tribunali, prima del subentro di un’altra ditta, che si è trovata però a lavorare in un contesto di mercato complesso, con i ritardi delle forniture, le difficoltà a trovare materie prime e, infine, i costi energetici alle stelle. Ne sono conseguite quattro proroghe di un mese ciascuna (ad aprile, maggio e giugno); una quarta proroga di 45 giorni per una variante in corso d’opera a causa del fatto che è emersa la necessità di rifare lo strato inferiore del marciapiede e sostituire diverse cordonature che non potevano essere riutilizzate; infine, una nuova proroga richiesta dall’impresa stessa proprio per le contingenze del mercato: uno slittamento di 45 giorni, che il Comune ha ridotto a trenta. E pensare che quei 3,5 chilometri di ciclabile, tra piazzale Oberdan e la stazione Fuc di San Gottardo, è stata una delle prime opere di Experimental City ad iniziare.

Ultimo aggiornamento: 08:44 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci