​Studenti morti a l’Aquila per il crollo
dell'istituto: arrestato preside friulano

Sabato 21 Novembre 2015 di Paola Treppo
Le macerie del convitto
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UDINE - La polizia di Udine ha dato esecuzione questa mattina, martedì 10 novembre, a un ordine di carcerazione nei confronti di un dirigente scolastico - Livio Bearzi, 58 anni - che ricopriva questa funzione in un istituto educativo del capoluogo friulano fino ieri, in stato di libertà.



Gli agenti della Quadra Mobile della Questura di Udine, coordinati da Massimiliano Ortolan, e gli agenti del Commissariato di Cividale del Friuli, comandati dal commissario Michelangelo Missio, lo hanno tratto in arresto nella sua casa di Cividale, appunto, cittadina friulana in cui abita.



Deve scontare una pena di 4 anni di reclusione - con pena accessoria dell'interdizione dai pubblici uffici per 5 anni -; la condanna definitiva era stata emessa lo scorso anno dalla Corte d’Appello dell’Aquila a seguito del disastroso crollo del “Convitto nazionale” del capoluogo abruzzese avvenuto nella tragica notte del 6 aprile del 2009, quando le scosse di un tremendo terremoto misero in ginocchio il capoluogo abruzzese. In quel crollo erano morti tre studenti, tutti minori. All’epoca Livio Bearzi era il preside proprio di quel convitto.



Le accuse

Sia per lui che per Vincenzo Mazzotta, al tempo dirigente della Provincia dell’Aquila, per cui la condanna era stata più “mite” - le accuse sono quelle di concorso in omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. Si trattava del primo “passo” nella super inchiesta avviata sui crolli della Procura che segue il caso ancora adesso. Ora siamo giunti a un giudizio definitivo. La condanna è del 23 ottobre scorso. Il legale di Bearzi, Paolo Enrico Guidobaldi, aveva tentato il ricorso ma era stato rigettato.
Ultimo aggiornamento: 11 Novembre, 00:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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