«Quella dottoressa aiutò l'amica, mio
figlio lasciato morire come un cane»

Venerdì 11 Marzo 2016
Marco Rizzetto, 23 anni, di Portogruaro

PORTOGRUARO - «È concepibile che un medico, vedendo un'auto distrutta, si limiti a chiedere se c'è qualcuno dentro, senza accertarsi dei feriti? In quell’auto c’era mio figlio che è stato lasciato morire come un cane!». Nella vertenza giudiziaria sulla tragedia che quasi 2 anni fa gli ha strappato il figlio Marco, 23 anni, di Portogruaro, il padre Giorgio Rizzetto, dopo essersi rivolto a uno studio specializzato (il "3A" di Mestre), accusa un medico che intervenne dopo l’incidente.

Il 2 maggio 2014, a Fossalta, il giovane Marco, sulla sua Ford, fu speronato da una Volskwagen. La guidatrice di questa, Rosanna Tabino, 45enne di Ronchis (Ud), solo alcune decine di minutì più tardi chiamò non il 118 bensì il suo medico di base, la dotttoressa Angela Scibetta, 49 anni, che accorse subito e che lungo il tragitto avvisò i soccorsi. Sul posto, secondo le risultanze, la dottoressa, prestò assistenza solo all'amica e non al 23enne.

Il papà di Marco ha presentato opposizione contro l'archiviazione dell'inchiesta e ha denunciato la  Scibetta per omissione di soccorso. Peraltro l'investitrice, alla guida di una Passat, dichiarò di essere sola mentre a bordo con lei - poi fuggito - c'era un politico 55enne friulano con cui pare avesse una relazione extraconiugale. 

Tutti i particolari nel Gazzettino di Venezia-Mestre del 12 marzo.

Ultimo aggiornamento: 18:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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