Profughi dall'Ucraina, allarme in Friuli: casse comunali prosciugate per gestire l'accoglienza

Venerdì 22 Aprile 2022 di M.A.
Profughi dall'Ucraina, allarme in Friuli: casse comunali prosciugate per gestire l'accoglienza
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Ci sono comuni, in Friuli Venezia Giulia, che non solo non hanno soldi per sostenere le famiglie che ospitano da ormai quasi due mesi i profughi ucraini fuggiti dalla guerra, ma che hanno finito di utilizzare anche il salvadanaio delle offerte private.

Neppure il mutuo aiuto basta più a sostenere i costi dell'accoglienza. Ecco perché, a fronte di un'emergenza sempre più vera e reale, ieri sul tema è intervenuto il vicepresidente regionale e assessore alla Protezione civile Riccardo Riccardi. Lo ha fatto sollecitando un intervento rapido del governo, che dovrà consistere almeno nell'erogazione dei 300 euro al mese per ogni profugo ospitato privatamente dalle famiglie e di 150 euro per ogni minore.


IL PRESSING


«L'avevamo detto già settimane fa. Avevamo fatto notare ai vertici del governo che il nostro sistema avrebbe rischiato di andare in sofferenza. È un problema che riguarda lo Stato, serve una pressione forte perché la rete dell'accoglienza potrebbe non essere più sufficiente», ha spiegato a chiare lettere il numero due della giunta Fedriga. Il riferimento corre ai pochi posti ancora disponibili nel sistema pubblico dell'ospitalità, che conta sui bandi delle Prefetture. Riccardi parla della necessità di «aumentare la pressione affinché arrivino gli aiuti a beneficio delle famiglie che ospitano i rifugiati» e dell'urgenza di «immaginare soluzioni non a breve, ma a medio periodo». Quindi rintracciare alloggi che possano essere messi a disposizione dei profughi non per qualche settimana, ma per mesi.
«Noi tramite gli alberghi - ha aggiunto - abbiamo garantito circa 500 posti. Ma la sistemazione negli hotel è temporanea e non può essere una soluzione buona sul medio periodo. C'è un problema: la rete dell'ospitalità è insufficiente, ma è un concetto che avevamo già espresso».


SUL TERRITORIO


La voce dei sindaci dei comuni capoluogo è già stata ascoltata anche dai vertici della Regione e dai prefetti. Ora tocca ai più piccoli, che con risorse sempre più risicate e l'emergenza energetica ad erodere anche le riserve di bilancio.
La testimonianza, oggi, è quella del primo cittadino di Valvasone Arzene (uno dei borghi più belli d'Italia), Markus Maurmair. «Grazie alla generosità sconfinata dei nostri concittadini - ha spiegato - eravamo riusciti a raccogliere 2.700 euro a beneficio delle famiglie che avevano scelto di accogliere almeno un rifugiato ucraino nelle loro case. In meno di due mesi ne abbiamo spesi già duemila e ne rimangono a disposizione solamente settecento. Abbiamo consegnato una prima tranche di assegni da 200 e 400 euro, per un totale di sei contributi. Ma una seconda fase per ora è letteralmente impossibile. Abbiamo già messo a disposizione due alloggi e sono trascorsi due mesi dall'arrivo dei primi profughi sul nostro territorio. Non possiamo fare più nulla, ora è il momento del governo, dello Stato».

Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 10:36 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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