TRIESTE - Su circa 12mila lavoratori di ottanta aziende del Friuli Venezia Giulia, quelli coinvolti in situazioni di criticità sono passati da 7.698 prima del covid a 10.149 dopo lo scoppio della pandemia. Sono i dati presentati oggi di un monitoraggio della Cisl Fvg, per illustrare la situazione di crisi del sistema industriale e occupazionale in regione. "Adesso abbiamo più lavoratori a rischio in aziende che guardano con preoccupazione al futuro", spiega il segretario regionale della Cisl, Alberto Monticco. Come illustrato nel monitoraggio, la preoccupazione maggiore si riscontra nel settore metalmeccanico e dello spettacolo con un raddoppio dei lavoratori a rischio, rispettivamente da 3384 a 6234 e da 1080 a 1909, mentre si registra una "timida" ripartenza in quello del legno e dell'edilizia, dove la quota è passata da 659 a 72. In vista di possibili nuove criticità determinate del rialzo della curva epidemica, la Cisl Fvg propone alla Regione di individuare delle "misure da mettere in campo per aiutare a uscire dalla crisi e valorizzare il percorso fin qui fatto". "La scommessa della Regione di chiudere prima e di rendere più sicuri i posti di lavoro è stata vincente. Vogliamo provare a farne un'altra - afferma Monticco - utilizzando la presenza di grandi enti di ricerca e aziende in regione, dobbiamo incentivare azioni di sistema per attrarre ulteriori investimenti e invertire la marcia"
Ultimo aggiornamento: 14:30
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