L'ex sindaco Gentilini perde la sorella di Covid: «Non potrò dirle addio»

Giovedì 31 Dicembre 2020 di Claudia Borsoi
Giancarlo Gentilini e la sorella Giuseppina
1

VITTORIO VENETO Il coronavirus si è portato via anche Giuseppina Gentilini, sorella di Giancarlo, lo “sceriffo” di Treviso. L’89enne si è spenta, dopo l’aggravarsi improvviso delle sue condizioni di salute, martedì nell’ospedale di Vittorio Veneto, sua città. Era risultata positiva al Covid-19. «Questo virus è peggio della guerra – sottolinea L’ex sindaco di Treviso - Se dopo i bombardamenti potevamo stringere la mano o abbracciare un nostro caro, ora nemmeno questo. Vista la mia età e la pandemia in atto, il mio medico mi ha sconsigliato di andare al funerale di mia sorella: non posso neanche accompagnare per questo ultimo saluto chi ha condiviso con me una parte della vita e tanti ricordi».
LA STORIA
Giuseppina, che in famiglia era chiamata “Pinuccia”, da anni era vedova: lascia i figli Paola con Otello e Giulio con Valeria, i nipoti Giulia, Nico, Tiziano e Nina, oltre al fratello Giancarlo. Il funerale si tiene oggi, 31 dicembre, alle 10.30 nelle chiesa parrocchiale di Santa Giustina a Vittorio Veneto. Poi la salma proseguirà per la cremazione. Giuseppina Gentilini abitava in via Caprera, la storica via di collegamento tra Santa Giustina e Serravalle, nel palazzo che era della famiglia paterna. «Con la morte di Pinuccia – continua Gentilini - viene a mancare un grande supporto famigliare. Con mia sorella c’è sempre stata una grande sintonia, che si è moltiplicata quando nella nostra casa di via Caprera, tra il 1993 e il 1994, è nata la Lega Nord. Nel portico, in quegli anni, alla presenza di numerose persone arrivarono Umberto Bossi e tanti altri grandi della Lega Nord. Tutti non mancavano mai di salutare mia sorella: dopotutto la Lega Nord era nata proprio in questa casa, dove lei continuava a vivere. Ricordo poi che la casa subì in quegli anni anche un incendio che la danneggiò. Accadde il giorno prima che Umberto Bossi era atteso nella nostra casa di via Caprera. La digos all’epoca ipotizzò che era stato un razzo incendiario a scatenare quell’incendio».
I RICORDI
Sono tanti i ricordi che in queste ore riempiono la mente del fratello Giancarlo. «Abbiamo abitato a Vittorio fino al 1938, anno in cui mio padre portò me e le mie sorelle, Pinuccia e Laura, a Treviso dove aveva trovato lavoro.

Poi arrivarono gli anni della guerra e dei bombardamenti. Ricordo – dice l’ex primo cittadino classe 1929, dunque due anni più vecchio della sorella Giuseppina – che caricavo le mie sorelle sulla canna della bicicletta e scappavamo alla ricerca di un riparo. E poi ricordo i momenti belli della ricostruzione vissuti con loro. Nel 1956, quando mio padre andò in pensione, siamo tornati a vivere a Vittorio Veneto nella casa paterna di via Caprera e mia sorella Giuseppina qui, al piano terra, aprì un negozio, ereditato da una cugina, di cancelleria». Attività che per lunghi anni la signora Gentilini, sposata De Nardi, portò avanti, facendosi conoscere e benvolere dai clienti e dai vicini, diventando un’istituzione soprattutto per scolari e studenti. All’epoca via Caprera era una strada scandita da numerosi negozi, una strada viva, una vera e propria comunità in cui tutti si conoscevano e si aiutavano. “Serenamente come è vissuta, si è spenta” hanno scritto i figli Paola e Giulio nell’epigrafe. Cordoglio per la morte dell’89enne è stato espresso da numerose persone, conoscenti e amici. Vicinanza all’ex sindaco Giancarlo Gentilini e alla famiglia di Giuseppina è stata espressa anche dal sindaco di Vittorio Veneto Antonio Miatto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci