Si scalda l'aumento, i grandi soci
preparano le mosse sul capitale

Mercoledì 11 Maggio 2016 di Maurizio Crema
Si scalda l'aumento, i grandi soci preparano le mosse sul capitale
Veneto banca, si scaldano i motori per l’offerta pubblica che dovrebbe scattare la prossima settimana mentre l’associazione Per Veneto Banca che raccoglie gli azionisti di peso dovrà scegliere il nuovo presidente dopo la nomina di Matteo Cavalcante in cda e definire l’impegno nell’aumento di capitale. «Io ero pronto a investire massicciamente anche in Popolare Vicenza, figurarsi su Veneto Banca: ce la faremo», annuncia Bruno Zago, grande azionista dell’istituto trevigiano.

Mediobanca, che già era pronta a comprare il 5% di Popolare Vicenza per 75 milioni, si è detta disponibile a  partecipare anche all’aumento da un miliardo del gruppo trevigiano: «Se ci dovessero chiamare perché c'è bisogno di un ordine indispensabile per la quotazione lo valuteremo», avverte l'Ad Alberto Nagel. Infatti la vera sfida è raggiungere la quotazione. Strada che passa obbligatoriamente da una importante risposta del mercato, in primo luogo dei vecchi azionisti e dei risparmiatori del Nordest, scottati dal deciso calo delle azioni nell’ultimo anno - sono passate da 39,5 euro ai 7,3 del prezzo (virtuale) del recesso - ma non ancora completamente azzerati anche se l’azione in Ipo subirà sicuramente un deciso calo. Le speranze di trovare investitori istituzionali sul mercato ci sono, un paio di soci forti di settore sarebbero alla finestra da tempo (Bper e Ubi), la risposta potrebbe essere buona anche dall’estero sotto la regia di Banca Imi. Ma serve una buon flottante (minimo 25%) e quindi un intervento limitato e di minoranza del fondo Atlante, che invece a Vicenza la fa da padrone col 99,33% del capitale, un miliardo e mezzo sborsato.
Venerdì i soci di Per Veneto Banca sono chiamati in assemblea a Padova per fare il punto dopo la vittoriosa battaglia in assemblea che ha portato il loro presidente Matteo Cavalcante in cda ma, soprattutto, per capire le risorse che si possono mettere in campo per l’aumento di capitale. Se la squadra vale davvero l’8% del capitale, c’è da scommettere forte sull’aumento per continuare a far pesare la propria quota, quindi a sborsare una cifra almeno tra i 50 e 100 milioni. Un impegno che si preannuncia considerevole anche se il parterre dell’associazione è fatto di imprenditori di vaglia nel Nordest e non solo.
«Sono ottimista sull’aumento di capitale come lo ero per l’assemblea, se ci sarà gente che partecipa e con una certa importanza abbiamo una carta in più da giocare - commenta Bruno Zago, grande azionista di Veneto Banca e vice presidente dell’associazione omonima - certo, nessuno si illude che serva anche qualche grande socio, ma non deve essere per forza Atlante, potrebbe arrivare anche dall’altra parte dell’Oceano. Io poi prenderei in considerazione la possibilità di far slittare la quotazione in Borsa. Credo che se si andrà con le idee chiare e un progetto sano a Francoforte la Bce potrebbe darci più tempo. Se il capitale sociale venisse sottoscritto da una parte importante dai soci, con altri investitori istituzionali che si accodano, questo potrebbe portare un piano industriale più credibile e di maggiori risultati in futuro. Poi, ovviamente, l’ultima parola ce l’ha la Bce. Io sono sempre disposto a sottoscrivere all’aumento, anche al di là della mia quota. Avevo partecipato anche all’operazione di Popolare Vicenza, massicciamente. Per milioni di euro. Poi è andato a vuoto. Ma per Veneto Banca andrà diversamente: abbiamo fatto il primo passo, facciamo anche il secondo e ce la faremo». Toccherà al presidente Stefano Ambrosini, domani a Francoforte, convincere la Bce.
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Ultimo aggiornamento: 12 Maggio, 08:18 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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