Nubifragio e tromba d'aria sulla Marca: scoperchiata una chiesa ad Asolo

Martedì 27 Luglio 2021 di Maria Elena Pattaro / Laura Bon
La chiesa di Villa d'Asolo scoperchiata dalle raffiche di vento

TREVISO - Il maltempo picchia duro nella Marca. Alberi riversi sulle strade, auto bloccate fra i tronchi o sotto i tronchi, come nel caso di una vettura a Preganziol a cui una pianta ha sfondato il parabrezza sfiorando miracolosamente la persona alla guida. Lunghi black out, strade allagate, ombrelloni volati via dai plateatici e rincorsi dai baristi. Un lembo della copertura della chiesa di Villa d’Asolo afflosciato a penzoloni sulle pareti di cemento. Ma anche una “grandinata” di piastrelle cadute dagli edifici affacciati sul Terraglio e persino una porta strappata dal terzo piano di un condominio di Treviso città e scaraventata sul marciapiede. Sono soltanto alcune delle istantanee di un pomeriggio di passione in cui la furia degli elementi si è scatenata con una bomba d’acqua accompagnata da raffiche di vento forte. Come in altre province del Veneto. Treviso, Padova, Vicenza e Venezia le più colpite, tanto che il presidente del Veneto Luca Zaia già ieri sera annunciava l’avvio delle procedure per dichiarare lo stato di crisi.

In attesa della conta dei danni, c’è un numero che più di ogni altro indica la portata dell’ondata di maltempo. E’ quello delle richieste di intervento ai vigili del fuoco: 170 in tre ore per i pompieri di Treviso, che probabilmente saranno impegnati anche nei prossimi giorni per evaderle tutte. Ma non sono stati i soli a rattoppare i danni causati dal maltempo. Oltre a loro pattuglie dei carabinieri, polizia locale, volontari della protezione civile, dipendenti comunali e gruppi di cittadini si sono rimboccati le maniche intervenendo là dove le circostanze lo richiedevano.

IL NUBIFRAGIO

Alle 18 il cielo di Treviso è tutto un vorticare di nuvoloni minacciosi. Quella sfumatura tra il blu cobalto e il nero carbone non promette niente di buono. Si alzano le prime folate di vento che per quasi due ore sferzeranno la città così come la provincia. Alla centrale operativa dei vigili del fuoco i telefoni iniziano a squillare alle 18.25. E sarà un trillo ininterrotto fino alle 21 con 5 operatori che rispondono senza sosta, sollevati soltanto nel sentire che non ci sono feriti. Cinquanta loro colleghi sono impegnati con 13 mezzi in tutta la Marca. Molti interventi si concentrano nell’Asolano, messo in ginocchio dal maltempo. Soltanto verso le 21, quando finalmente il vento cessa e la pioggia ristagna nelle pozzanghere, il flusso di chiamate concede una tregua. A quell’ora gli interventi già portati a termine sono 40, quelli rimasti in coda 130, più del triplo. C’è chi è rimasto bloccato dentro casa perché i tronchi e gli alberi caduti impedivano al cancello di aprirsi, mentre ad Asolo il black out elettrico ha imprigionato una persona all’interno di un ascensore. In alcuni casi la corrente saltata ha provocato problemi alla viabilità, come a San Vendemiano dove il semaforo posizionato all’incrocio con un passaggio a livello è andato in tilt. Nel Vittoriese alcuni automobilisti sono rimasti ostaggio di alberi caduti in mezzo alla carreggiata: un tronco davanti, un tronco dietro, le vetture ferme in mezzo, fortunatamente risparmiate dal peso dei rami ma bloccate sulla strada. A liberarle ci hanno pensato i vigili del fuoco. Tanta paura, danni ingenti ma nemmeno un graffio invece per l’automobilista che ieri pomeriggio alle 18.45 percorreva via Munara a Preganziol. L’albero a bordo strada è precipitato sotto le raffiche di vento nel momento esatto in cui transitava la vettura. Per una frazione di secondo il conducente deve essersela vista brutta perché la pianta ha sfondato il parabrezza. O forse non ha avuto nemmeno il tempo di rendersene conto, realizzando soltanto a macchina in panne che quell’ostacolo improvviso avrebbe potuto essergli fatale.

LO STATO DI CRISI

Intanto il governatore del Veneto Luca Zaia ha avviato le procedure per dichiarare lo stato di crisi. «E’ un atto doveroso – afferma – di fronte a una criticità che sta coinvolgendo pressoché tutto il Veneto. Abbiamo una lista di Comuni già certa e altri si aggiungeranno, con danni causati dal vento, dalle grandinate e dalle forti piogge». Ai Comuni il compito di raccogliere i dati sui danni da far confluire nel dossier che la Regione invierà a Roma chiedendo il risarcimento: «L’agricoltura è in ginocchio come altre attività umane, - conclude Zaia - con danni tipici di eventi atmosferici importanti e non ordinari». Da ultimo il ringraziamento all’intera macchina dei soccorsi e a chiunque stia dando una mano. 

ASOLO - MONTEBELLUNA

Mezzora d’inferno con cielo nero, vento tempestoso, pioggia sferzante. E danni. Le raffiche hanno spazzato via alberi, pali della luce, ombrelloni dei plateatici, persino il tetto di una chiesa, quella di Villa d’Asolo. È così che, dopo le 18, i Comuni del montebellunese, dell’asolano e di parte della castellana hanno vissuto l’ennesima giornata di paura, fra blackout, alberi in strada e linee telefoniche interrotte. Fortunatamente, senza conseguenze per le persone. Il Comune che ha pagato il prezzo più alto è stato Asolo. Qui, la chiesa di Villa d’Asolo è stata parzialmente scoperchiata e decine di alberi sono caduti su strade provinciali e comunali. «Non sono un meteorologo dice il sindaco Mauro Migliorini - ma vedendo gli ingenti danni credo che si possa parlare di tromba d’aria». Sul posto sono immediatamente intervenuti vigili del fuoco, protezione civile comunale, operai del settore lavori pubblici anche con mezzi meccanici, carabinieri e numerosi volontari. «È stato inevitabile -prosegue Migliorini- chiudere alcune strade in attesa che gli alberi che le ingombravano venissero rimossi». In particolare sono state chiuse via Foresto vecchio, via Fratta lunga, via Fontane, ma sono solo degli esempi. «Grazie a Dio prosegue Migliorini - non ci sono stati problemi per la popolazione».

PLATANO SU VILLA BENZI

A Cornuda è stata colpita in particolare via San Valentino, dove sono finiti a terra quattro pali della Telecom e due grandi tigli. «Il nubifragio -dice il vicesindaco Enrico Gallina- ha creato danni alle infrastrutture, in particolare a quelle telefoniche, intralciando la circolazione stradale». E lo stesso Gallina ha immediatamente messo in guardia la popolazione via web dal «rischio di possibili distacchi». Non diversa la situazione a Caerano, dove colpisce in particolare la caduta di un albero enorme a Villa Benzi. Se invece che rovinare al suolo verso l’interno fosse finito sulla Marosticana gli automobilisti avrebbero rischiato grosso.

SEGNALETICA SPAZZATA VIA

A Montebelluna si segnala, innanzi tutto, l’abbattimento della segnaletica che indica le deviazioni in atto sulla Feltrina; ancora una volta, inoltre, un blackout ha colpito la città con semafori spenti in via ospedale e via Santa Caterina; l’illuminazione è saltata, oltre che in parte del centro, anche a Posmon, San Gaetano, Busta, Contea. «A Volpago, Giavera, Crocetta - dice Antonio Netto, responsabile della Protezione civile - gli alberi sono finiti in strada. Comunque, sono immediatamente uscite tutte le protezioni civili di Volpago, Giavera, Montebelluna, Crocetta, Maser, Cornuda». L’ente Provincia, con una ditta incaricata, ha invece dovuto liberare la dorsale del Montello da alberi e ramaglie. Ma prima ancora sono arrivati i cittadini. «Credo -commenta G.P. su Facebook- di aver spostato a lato della strada almeno 20 piante». E l’intervento autonomo di tanti privati cittadini è una nota positiva in un pomeriggio da dimenticare. Del resto, «in quasi tutte le prese del Montello sono caduti alberi -dice il vicesindaco di Volpago Renato Povelato- spesso si tratta di alberi che si trovano 4/5 metri all’interno di proprietà private e che in qualche caso erano già morti. Il problema ha riguardato soprattutto le prese minori».

LINEE TELEFONICHE IN TILT

A Vedelago, il sindaco Cristina Andretta segnala in particolare un blackout di circa un’ora e mezza, ma anche un guasto alla linea telefonica. «Per mezz’ora -dice- i ripetitori non prendevano più». E anche qui si segnalano rami spezzati dal vento e un guasto a un palo della luce caduto. Dal plateatico di un bar del centro, in via Roma è volato un ombrellone sulla strada: è stato subito recuperato prima che finisse contro qualche veicolo. Non sono mancati «allagamenti nella parte sud del paese. Verso le sorgenti del Sile c’erano 10-15 centimetri d’acqua soprattutto in via Santa Brigida». Numerosi gli alberi caduti anche a Loria, mentre a Riese, a causa del forte maltempo, l’evento serale “Non è un lavoro da Indiana Jones” è stato rinviato.

SINISTRA PIAVE

Black out, vento fortissimo, piogge scroscianti e danni ancora da quantificare. Questo il “menu” lasciato sul tavolo della Sinistra Piave ieri in tarda serata da un meteo impazzito che nel giro di pochi minuti si e’ scatenato in vari Comuni della zona, da Conegliano a Vittorio Veneto, da Pieve di Soligo a Oderzo passando per Susegana, San Vendemiano, Colle Umberto, Codognè, Fontanelle, Gorgo al Monticano, sradicando alberi e mandando in tilt utenze elettriche di abitazioni e aziende del territorio. Erano circa le 18.30 quando il cielo si e’ improvvisamente caricato di grossi nuvoloni neri che hanno dato poco tempo ad automobilisti, ciclisti e pedoni per mettersi al riparo cercando di sfuggire a quello che da subito aveva le parvenze di una tromba d’aria diffusa su tutto il territorio da est a ovest, da nord a sud.

STRADE BLOCCATE

Il vento ha iniziato a soffiare impetuoso accompagnato da raffiche sferzanti di pioggia e molte sono state le zone interessate dalla caduta di alberi che in alcuni casi hanno bloccato delle arterie importanti e hanno reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco per ripristinare la viabilità. E’ successo sulla direttiva che collega Pieve di Soligo a Conegliano. In località’ Crevada, dove alcuni alberi si sono messi di traverso impedendo di fatto la circolazione. Lo stesso a Collalto di Susegana, Colle Umberto, Tarzo e Vittorio Veneto. Sembra che nessun Comune a sinistra del Piave sia stato risparmiato.

«LA CASA TREMAVA»

A Gorgo al Monticano A.C. ha commentato così’ la furia del fortunale: «La casa si muoveva come se ci fosse un terremoto ondulatorio. Sono stati attimi di terrore. E’ durato tutto pochi minuti ma abbastanza da farmi prendere paura». Una signora di Fontanelle, F.L. stava camminando con il cane lungo il Monticano: «Avevo visto che in lontananza che il cielo si stava oscurando. Le nuvole erano nere e sembravano voler toccare terra. Ho avuto tanta paura. Gli alberi si muovevano pericolosamente». Anche a Conegliano come a San Vendemiano ci sono stati numerosi episodi di interruzione di corrente dovuti al forte vento e solo in tarda serata e’ tornata la calma dopo la tempesta, accompagnata da temperature più’ fresche ma con danni alle cose ancora da valutare causati da un meteo che ci sta abituando a grandinate e bombe d’acqua.

Ultimo aggiornamento: 29 Luglio, 16:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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