Covid, contagi e mancanza di docenti, 11 presidi firmano la richiesta: «Dad per due settimane»

Sabato 8 Gennaio 2022 di Mauro Favaro
Lunedì si ricomincia ma per molti presidi è uno sbaglio
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TREVISO - «Meglio sospendere le lezioni in presenza, attivando la didattica a distanza per due settimane dopo la fine delle vacanze di Natale, piuttosto di ritrovarsi a vivere una situazione ingestibile a causa dell’emergenza Covid e delle difficoltà correlate». È questa, in sintesi, la richiesta avanzata da 11 presidi di altrettante scuole della Marca. Vorrebbe dire attivare la Dad per i 110mila alunni e studenti trevigiani da lunedì, giorno in cui dovrebbero tornare sui banchi, almeno fino al 24 gennaio. I dirigenti che hanno sottoscritto l’appello nazionale guidano 7 istituti comprensivi e 4 superiori. Gli Istituti comprensivi di Santa Lucia di Piave; Istrana; Susegana; Loria e Castello di Godego; Silea; Ponte di Piave e Cappella Maggiore. Più il liceo Giorgione di Castelfranco, l’istituto per geometri Palladio di Treviso, il liceo Marconi di Conegliano e l’alberghiero Beltrame di Vittorio Veneto.

LE ASSENZE

I problemi sono estremamente concreti. Lunedì le scuole della Marca rischiano di ritrovarsi con oltre 300 addetti in meno, tra insegnanti e personale Ata, a causa della sospensione di chi non ha rispettato l’obbligo vaccinale. Vanno poi aggiunte le assenze di chi è positivo e deve rimanere in quarantena. Così come le malattie. Trovare tutti i supplenti necessari sembra una missione impossibile. Tanto che alcune scuole hanno già preparato dei piani che prevedono il taglio degli orari, con entrate posticipate e uscite anticipate. Il tutto mentre i contagi da Covid non si fermano, rendendo impossibile immaginare una riduzione delle classi messe in quarantena, con attivazione della didattica a distanza, appunto. «La scuola in presenza è fondamentale. Su questo non ci sono dubbi. Ma bisogna anche fare i conti con la situazione reale – spiega Letizia Cavallini, dirigente del Beltrame di Vittorio Veneto – lunedì potrebbero emergere nuove sospensioni tra il personale e altre comunicazioni di malattia. Più la necessità di sostituire insegnanti attualmente positivi».

MASCHERINE FFP2

C’è poi il nodo delle mascherine. In caso di una positività in classe, gli studenti dovrebbero indossare le Ffp2. Ma ad oggi non si sa chi le fornirà. Come se non bastasse, il servizio Igiene e sanità pubblica dell’Usl era in difficoltà già prima delle vacanze di Natale. Ed è difficile pensare che ora i nodi vengano superati, tra l’altro con carichi di lavoro aggiuntivi, come la differenziazione tra vaccinati e non vaccinati. «Vista la situazione epidemiologica, si rischia di far finta di tornare in presenza per poi di fatto passare comunque alla didattica a distanza – avverte Cavallini – alcuni genitori, inoltre, sono seriamente preoccupati. Davanti a un caso in classe, potrebbero tenere direttamente a casa i loro figli, chiedendo l’attivazione della didattica a distanza, come già successo a livello generale. In linea teorica, però, non sarebbe possibile». Insomma, un ginepraio. Gli altri presidi che hanno firmato l’appello condividono esattamente gli stessi timori. «In questa situazione è meglio evitare di ritrovarci con continui provvedimenti per la quarantena di singole classi – tira le fila Franco De Vincenzis, preside del Giorgione di Castelfranco – due settimane di didattica a distanza ci permetterebbero di riprendere gradualmente, per poi mantenere le classi in presenza fino alla fine dell’anno. Stiamo per vivere un momento che potrà fare la differenza per tutto l’anno scolastic

Ultimo aggiornamento: 16:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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