Sindacalista choc: «Fuori i no vax dai nostri iscritti»

Sabato 14 Agosto 2021 di Mattia Zanardo
Sindacalista choc: «Fuori i no vax dai nostri iscritti»
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TREVISO - «Da subito, il sindacato unitariamente, ma in particolare la Cisl, ha preso una posizione forte a favore della campagna vaccinale, però non ci siamo mai spinti oltre. Intendo dire che oltre a invitare e a sensibilizzare le persone al vaccino, dovremmo anche dire che gli iscritti al nostro sindacato non possono essere persone contrarie alla vaccinazione». Gianni Boato, segretario generale della Femca Cisl di Belluno e Treviso, la sigle dei lavoratori del tessile e della chimica, va giù duro: per lui iscrizione al sindacato e posizioni no vax sono incompatibili. 


L'ATTACCO

«Il ragionamento sindacale non è mai un ragionamento individuale ma è sempre un ragionamento di tipo collettivo - rimarca il sindacalista -, si agisce quindi non per l'interesse del singolo, ma per l'interesse di tutti nella maniera più completa.

Dal febbraio 2020 il vaccino (anche se non c'era ancora) è lo strumento universale che porta un beneficio collettivo ed è la strada sulla quale tutti responsabilmente si devono muovere. Noi per l'interesse del prossimo (il collega che è a fianco), dobbiamo dire senza mezzi termini che ci si deve vaccinare (tranne casi conclamati di patologie a rischio), da questo l'equazione è presto fatta: chi è contrario al vaccino non può stare dalla parte del sindacato perché non sta dalla parte degli interessi dei lavoratori e del lavoro». Boato traccia un parallelo con il sacrificio di chi ha combattuto nella Grande guerra o nella Resistenza. «Oggi l'essere partigiani significa vaccinarsi - nota -, e questa scelta non può nemmeno paragonarsi per coraggio al dovere svolto dai nostri eroi della prima e della seconda guerra mondiale, probabilmente è meno pericoloso di andare a fare la spesa a piedi con il rischio che qualcuno ci possa investire, o di prendere un treno o di fare il bagno al mare o di fare una camminata in montagna, ma certamente questo oggi è il nostro dovere, il nostro sentirci uniti uno per l'altro, e chi più del sindacato può trasmettere questi valori? Il leader della Femca richiama anche il tema delle competenze e di come molti si scoprano virologi grazie a qualche ricerca su Google: Spesso mi capita di andare a Roma con il treno e devo dire non mi è mai capitato fino ad oggi che qualcuno prima di salire chiedesse al macchinista il capitolato con tutti i materiali e le imprese che hanno contribuito alla costruzione del treno, ne i certificati di revisione del locomotore ne delle carrozze, e nemmeno chiedesse garanzie su ogni singolo metro di binari da Venezia a Roma». «Allora - conclude - direi di rimettere la chiesa al centro del villaggio e di lasciar fare a ognuno il proprio mestiere e ognuno di noi fare la propria parte con coraggio, ne basta molto poco».

LE REAZIONI

Una presa di posizione radicale, quella di Boato, che sa di provocazione e che è destinata ad alimentare la discussione anche all'interno dello stesso sindacato locale. «Il vaccino tutela la salute, lo dicono i dati scientifici - afferma Massimiliano Paglini, segretario confederale della Cisl Belluno Treviso -. E noi ci battiamo per qualsiasi tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori: ovvio che siamo a favore del completamento della campagna vaccinale e abbiamo posto come prioritaria la copertura massiva della popolazione. E dunque invitiamo tutti a vaccinarsi, sempre nel rispetto della libertà dell'individuo. Leggo le parole di Gianni proprio come un invito forte alla vaccinazione. Noi, però, rappresentiamo tutti e dobbiamo tutelare tutti». A maggior ragione, non essendoci, in questo momento, se non per certe categorie, l'obbligatorietà della somministrazione, spiega il segretario. Che ricorda anche come la materia sia di per sé molto articolata e non possa essere troppo semplificata. Una linea che trova punti in comune con quanto espresso anche dal segretario generale dalla Cgil trevigiana, Mauro Visentin: «La nostra posizione è precisa: siamo perché la gente si vaccini e i posti di lavoro siano i più sicuri possibile e abbiamo invitato tutti i lavoratori ad aderire alla campagna vaccinale. Dopodiché le scelte personali possono contenere altre modalità. Non facciamo la cernita tra chi è vaccinato e chi no e non chiediamo l'esame del sangue agli iscritti: l'unico requisito per aderire alla Cgil è l'antifascismo». E sull'obbligatorietà Visentin ribadisce la necessità di una legge: «Se lo Stato matura delle scelte, come ha fatto in ambito scolastico e sanitario, naturalmente noi siamo per il rispetto della legge». 

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