Siccità, aumenta anche il costo della bolletta dell'acqua

Giovedì 25 Agosto 2022 di Mattia Zanardo
Gli effetti della siccità di questa estate
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TREVISO - Non solo la scarsità di piogge pare lungi dal risolversi, ma nei prossimi mesi anche le “quote” per l’irrigazione con ogni probabilità dovranno subire dei rincari. «Stiamo verificando il da farsi, ma credo che in assenza di iniziative regionali o statali, sarà inevitabile dover chiedere un ulteriore contributo a tutti gli utilizzatori», riconosce Amedeo Gerolimetto, presidente del Consorzio di bonifica Piave. Pesa l’effetto combinato, da un lato, l’aumento dei costi per l’utilizzo continuato e straordinario degli impianti di pompaggio proprio per garantire un afflusso idrico vitale ai campi nonostante la prolungata carenza di precipitazioni, dall’altro il “buco” nei ricavi determinato dal crollo della produzione di energia idroelettrica. «Comprendo le difficoltà del Consorzio e non possiamo certo nasconderci il problema - commenta Giangiacomo Gallarati Scotti Bonaldi, presidente Confragricoltura Treviso -, ma scaricare sui soci questi aumenti rappresenterebbe senza dubbio un ulteriore grosso problema per le aziende agricole, già alle prese con rincari molto importanti, a partire dai costi dell’energia. L’invito è di attuare un confronto con le associazioni di categoria per cercare di insieme le soluzioni che riducano il più possibile l’impatto».

I CONTI

Il numero uno del Consorzio fa i conti: «Aver garantito i fabbisogni irrigui ed essere giunti quasi alla fine di una stagione irrigua climaticamente così difficile mantenendo volumi invasati nei laghi superiori complessivamente al 50% (esattamente il 54,1 %) lo considero un successo, constatato che nel 2003, in situazioni climatiche analoghe, si è giunti al loro quasi totale svuotamento», ribadisce Gerolimetto. Senza tuttavia nascondersi come questo risultato positivo abbia comportato uno sforzo non indifferente che rischia di avere conseguenze: «Perché immediatamente si spalanca davanti a noi un’amara realtà: il fabbisogno continuo d’acqua, non intervallato da nessuna tregua meteorologica, infatti da metà maggio le prime piogge consistenti si sono avute il 18 agosto, ha comportato il funzionamento pressoché continuo a pieno regime di tutti gli impianti pluvirrigui per due mesi, giorno e notte, 24 ore su 24».

I CONSUMI

Pertanto i consumi sono aumentati del 30% rispetto all’anno precedente. Se a ciò si somma la ben nota impennata dei costi dell’energia registrata a livello generale, si comprende con facilità come la bolletta dell’ente, solo per fare l’esempio di luglio, sia schizzata a 2 milioni e 267mila euro, più che triplicata rispetto ai 703.500 euro di un anno prima. «Siamo riusciti a garantire l’acqua, però metterla in pressione nelle tubazioni è costato tre volte tanto rispetto allo scorso anno, le stesse proporzioni che si sperimentano nella bolletta di casa - rimarca il presidente -. Come se non bastasse la produzione di energia idroelettrica, vera fonte di ricavi che compensano il costo del pompaggio, si è drasticamente ridotta, causa mancanza d’acqua. Si stima un calo annuale del 30%, pari ad un importo lordo di circa 900mila euro che verranno a mancare dalle entrate del bilancio 2022».

L’APPELLO

I vertici del Consorzio Piave guardano alla Regione e al Governo per stanziamenti a supporto del comparto. Altrimenti difficilmente si potrà evitare di chiedere ai soci di mettere mano al portafoglio. Che si tratti di una situazione d’emergenza, del resto, lo conferma la rilevazione sulle precipitazioni e sullo stato delle riserve idriche da parte dello stesso ente. Tra il 18 ed il 19 agosto scorsi finalmente sono caduti tra i 20 ed i 40 millimetri di pioggia sull’intero comprensorio, con valori inferiori sulla parte meridionale. Non molto in realtà, spiegano dal consorzio, ma comunque sufficienti per togliere l’affanno della corsa all’ultima irrigazione alle colture, ormai prossime alla maturazione: vigneti, in primis, poi seminativi di seconda semina, specialmente la soia. Una piccola boccata di ossigeno per i laghi montani, sebbene solo il lago del Mis abbia mostrato un recupero sensibile in termini di livello: circa un metro in tre giorni. Tuttavia, complice il bel tempo successivo, l’incremento sta già rallentando. E il riempimento del bacino rimane ancora molto basso, pari al 35% del totale. Migliori le condizioni del lago di Santa Croce, il cui volume si attesta sul 58% della capienza, mentre il lago di Pieve di Cadore è quello che ha conservato un maggior riempimento, oggi pari al 75%. Dunque, il presidente Gerolimento, che insieme agli altri amministratori e ai tecnici del Consorzio in questi mesi ha monitorato quotidianamente l’andamento climatico e la disponibilità irrigua nel territorio servito, può tracciare un quadro tutto sommato positivo della stagione estiva ormai verso la fine. Ma la prudenza è d’obbligo, perché le previsioni lasciano presagire che la siccità durerà ancora e l’esborso economico si fa sentire. 

Ultimo aggiornamento: 26 Agosto, 09:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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