Allarme scuola nel trevigiano: «Mancano 1300 docenti, l'80% delle cattedre è scoperto»

Domenica 31 Luglio 2022 di Mauro Favaro
Problema cattedre nelle scuole del trevigiano, mancano 1300 insegnanti

TREVISO - Mancano 1.300 insegnanti. Tante sono le cattedre destinate a rimanere scoperte nelle scuole della Marca dopo la chiusura delle immissioni in ruolo. Circa l'80% del totale.

La partita è quella delle assunzioni a tempo indeterminato. Al trevigiano sono stati assegnati circa 1.600 posti in vista di settembre, dall'asilo alle superiori. Alla fine, però, si riuscirà ad assumere in pianta stabile solo poco più di 300 docenti. Le previsioni più ottimistiche arrivano a 400. Ma non di più. Il resto verrà ancora una volta coperto da supplenti precari.


IL PROBLEMA
Da dove nasce il problema? «Il governo ha fatto bella figura autorizzando qualcosa di irrealizzabile - attacca Giuseppe Morgante, segretario della Uil Scuola di Treviso - in sostanza sono state autorizzate le assunzioni a tempo indeterminato solamente dalle graduatorie con pochi iscritti». Il riferimento è alle vecchie graduatorie a esaurimento, ormai vuote, e alle graduatorie di merito, formate dopo gli ultimi concorsi. Il numero delle assunzioni potrebbe lievitare ancora un po' grazie ad alcune immissioni in ruolo dalla graduatoria provinciale per le supplenze, in particolare per il sostegno. «È previsto qualche posto specifica Morgante ma ancora pochi». Gli stessi concorsi non sono bastati per risolvere il problema. Questo anche a causa delle numerose bocciature: diversi insegnanti non hanno superato il test. «Sono rimaste fuori molte persone a causa di concorsi gestiti in modo disastroso, anche con una serie di errori punge Marco Moretti, segretario della Flc-Cgil di Treviso A livello Veneto sono a disposizione per le immissioni in ruolo poco più di 9.900 posti. In queste condizioni, se verrà coperto il 30% delle cattedre sarà già tanto».


IL PARADOSSO
Fatto sta che c'è un estremo bisogno di insegnanti. E così chi non ha passato il concorso alla fine lavorerà comunque continuando a salire in cattedra come supplente annuale. «Il meccanismo è assurdo. Il concorso viene impostato solo in modo accademico, tra l'altro con molti errori, senza tener conto delle competenze acquisite da chi sta già insegnando da anni fa il punto Morgante allora i docenti che non passano non vanno bene per il contratto a tempo indeterminato, ma poi vanno benissimo per il lavoro in cattedra da supplenti. La verità è semplicemente che non si vuole risolvere il nodo del precariato nel mondo della scuola».


I CONTRATTI
Nel frattempo l'ufficio scolastico di Treviso, guidato dalla dirigente Barbara Sardella, tira dritto. Giovedì sono state formalmente assegnate le sedi a 295 insegnanti appena entrati in ruolo. Adesso si attende la call veloce interregionale (dal 3 al 7 agosto). Cosa vuol dire? I docenti aventi diritto che non hanno firmato contratti a tempo indeterminato in altre regioni potranno spostarsi in Veneto. Di solito, però, la risposta è a dir poco tiepida. Basti pensare che l'anno scorso con questo sistema sono arrivati solo 8 docenti in più nella Marca. E tra il 10 e il 21 agosto si procederà con le nomine dei supplenti annuali. «Con queste scadenze dice il segretario della Uil Scuola c'è la possibilità di arrivare davvero al primo settembre con quasi tutti gli insegnanti ai loro posti».


IL VERTICE
Mercoledì scorso, infine, si è tenuto un vertice regionale sulla questione del personale Ata, ausiliario, tecnico e amministrativo. Il prossimo settembre sparirà il contingente Covid, cioè il personale aggiuntivo che era stato autorizzato per i controlli nell'ambito delle restrizioni legate all'epidemia. Ma anche su questo fronte la carenza di personale si fa sentire. C'era il rischio che non ci fossero abbastanza addetti per aprire tutte le scuole, consentendo il regolare svolgimento delle lezioni. E così Carmela Palumbo, direttore generale dell'ufficio scolastico del Veneto, ha già autorizzato 162 posti per Ata in deroga per gli istituti della Marca. «Anche qui il sistema continuerà a funzionare grazie ai supplenti conclude Morgante a conti fatti, due terzi del personale Ata, nei vari profili, sarà ancora precario».

 

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