Il 14enne precipitato dal tetto: «Mamma, potrò tornare a correre?»

Lunedì 17 Aprile 2023 di Valeria Lipparini
il fabbricato da cui il ragazzino è caduto

CASALE «Mamma, potrò tornare a correre?». Ha aperto gli occhi il 14enne ricoverato in Rianimazione dopo il volo di 15 metri dalla Foffano di Casale. E li ha incrociati con quelli di sua madre, giunta al capezzale, in ospedale, insieme al papà. Il ragazzino è un atleta. È tesserato con una società di atletica del Veneziano. E la sua specialità è la corsa. «Non ricorda nulla di quanto è successo. Non sa di essere ferito. È sotto l’effetto dei sedativi, per questo non è lucido».

Il cuore di mamma, però, ha ripreso a battere, dopo il terrore della sera prima, quando i carabinieri le hanno detto che il figlio, anzichè alla sagra, era salito sul tetto della ditta dismessa in via San Michele. Ed era caduto di sotto. Ieri, invece, lo ha visto sul letto d’ospedale. Era stato appena estubato, ecco perchè è riuscito a scambiare poche parole con la mamma. Pochi minuti, di più non è consentito. Poi, il 14enne è ripiombato nel sonno. Ma le sono bastati. 


LA FIDUCIA
«Mio figlio si riprenderà. Gli ho risposto che tornerà a correre appena starà meglio. Non sa ancora nulla di quanto è successo e non è il momento di informarlo». È stanca e provata. Forse più del figlio che è stato sedato dai medici proprio per dare il tempo al suo fisico di recuperare. Ma la sua voce tradisce una forza e una fede potenti. Sa che per il suo ragazzo correre è più importante di camminare. Lo sport, per lui, è il motore che scandisce le giornate, tra gli orari di scuola, lo studio e gli allenamenti. Una passione che è cresciuta nel tempo fino ad assorbirlo davvero. Adesso, la sua vera gara F.V. la sta combattendo nel reparto di Rianimazione del Ca’ Foncello. I sanitari non hanno ancora sciolto la prognosi e si vedrà nella giornata odierna come si evolve il quadro clinico che racconta di politraumi alle gambe e alle braccia e di un trauma addominale serio. 


L’INVITO
Intanto il papà, dal canto suo, ripercorre quel venerdì pomeriggio che doveva essere di festa. Suo figlio aveva invitato a Casale due amici di scuola per trascorrere il pomeriggio assieme, visto che in paese c’è la sagra. È disperato. Dice soltanto: «Ci aveva detto che andava alla sagra insieme ai suoi due amici. Invece è in un letto d’ospedale, ferito gravemente». Invece i tre ragazzini, compagni di classe all’Itis Fermi, hanno scelto di arrampicarsi sul capannone dismesso. Un rischio tutt’altro che calcolato. Quel vecchio capannone, ingrigito dalle intemperie, ha tradito i loro passi inesperti. F.V. non ha visto che poggiava i piedi sopra una lastra sottile di plexiglass, un lucernario, che ha ceduto facendolo precipitare nel vuoto. L’intera comunità di Casale è sotto choc. Il ragazzino è conosciuto e la famiglia stimata.

Ultimo aggiornamento: 16:29 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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