La mini ditta che costruisce elicotteri ultraleggeri “autogiro”

Domenica 5 Luglio 2020 di Pio Dal Cin
Il titolare Claudio Pagotto
GODEGA È l’immagine di un Veneto operoso, che si sa rimboccare le maniche, che si reinventa e riparte a pieno ritmo, proprio come gli elicotteri ultraleggeri (“autogiro” è la parola tecnica che li definisce) che produce ormai da venticinque anni Claudio Pagotto, classe 1960 nella sua officina di Pianzano di Godega Sant’Urbano. Ad aiutarlo ci sono la moglie Antonella, il papà in pensione, Enio, classe 1936, e il meccanico Thomas, 30 anni. Non sono in molti a sapere che, in Italia sono solamente in due a svolgere questo tipo di attività: la Carpenteria Pagotto e un’altra ditta di Varese. In tutta Europa sono in 5. Una ditta tedesca, una spagnola, una polacca e le due italiane.
GLI ESORDI
Claudio fa sembrare tutto semplice, con la sua calma e le grandi mani che tradiscono un percorso che le ha viste sempre come protagoniste: «Ho iniziato nel 1992 quando, un po’ per passione, un po’ per curiosità, ho voluto costruire il mio primo ultraleggero. Non con un kit, ma seguendo le indicazioni di un ingegnere francese. Non ho più smesso e lentamente abbiamo creato questo mercato di nicchia, molto richiesto, soprattutto all’estero». Claudio ha iniziato il suo percorso lavorativo con lo zio, come radiotecnico. Nel 1990 la decisione di affiancarsi al papà: «Abbiamo iniziato lentamente, con 8 modelli del tipo M81 fino ad arrivare a costruirne più di 150. Abbiamo ottenuto tutte le certificazioni e siamo partiti in quarta. Oggi distribuiamo in tutti i continenti. In media ne costruiamo due al mese. Il nostro fiore all’occhiello è stato un modello di autogiro realizzato per l’Istituto Nazionale Fisica Nucleare (Infn) nell’ambito di un progetto in collaborazione con l’Università di Ferrara, che lo ha dotato di apparecchiature sofisticate in grado di scannerizzare il territorio dall’alto e rilevare la radioattività. È già stato usato per il Veneto, la Sardegna, la Toscana e altre regioni».
L’IMPATTO DEL CORONAVIRUS
Sembra quasi incredibile che in un piccolo capannone, in una piccola frazione come Pianzano, quattro persone riescano a realizzare dei piccoli grandi gioielli destinati al mercato internazionale. Il Covid ha avuto il suo impatto anche in questa “piccola” impresa, mettendo in stand by tutte le commesse che erano in ordine da tempo e pronte alla consegna. Le restrizioni sui voli commerciali hanno fermato tutto. «In aprile eravamo pronti a partire per la Florida - racconta Claudio - Per partecipare alla più grande manifestazione del settore negli USA; “Sun & Fun”. Avevamo biglietti e prenotazioni. Tutto sfumato. Lo stesso per la fiera europea di Blois, in Francia, dove non siamo mai mancati dal 1996».
IL MERCATO
I modelli realizzati da Claudio e il suo team - che si avvale di sei ditte esterne, tutte rigorosamente venete e localizzate nella Sinistra Piave - vengono sottoposti a rigorosissimi controlli da parte dell’Ente Aeronautico che deve rilasciare la certificazione. Settecento controlli vengono scrupolosamente verificati prima di dare il permesso di volo. I prezzi variano dai 38mila ai 70mila euro a seconda della grandezza e della potenza del motore, oltre che alla strumentazione. Un esempio di Made in Veneto che da venticinque anni esporta nel mondo il know how e la genialità tipiche del nostro territorio. Una piccola imprenditoria che da sempre rappresenta al meglio la capacità di creare, di inventare, di trovare nuove strade, che sarà quella che ci aiuterà ad uscire a testa alta anche dalla crisi. «Speriamo parta tutto di nuovo in breve tempo. La nostra azienda è piccola e siamo in qualche modo riusciti a parare il colpo - conclude Claudio - Alcuni dei nostri colleghi, con 70 dipendenti stanno soffrendo l’impatto del Covid in maniera più consistente. Passerà anche questa, noi intanto non ci fermiamo, andiamo avanti con il nostro impegno».
 
Ultimo aggiornamento: 09:22 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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