Omicidio di Maserada sul Piave. I genitori di Aymen ucciso a coltellate: «Accetteremo le scuse dell'assassino Elia Fiorindi solo quando dirà la verità» Video

Lo sfogo dei familiari all'uscita dal tribunale di Treviso. Elia Fiorindi, 19enne trevigiano, è accusato di omicidio volontario per il delitto dell'11 maggio 2023. Stamattina, 9 aprile, è stato proiettato in aula il filmato dello scontro fra i due ragazzi con gli ultimi istanti di vita del 17enne

Martedì 9 Aprile 2024
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MASERADA SUL PIAVE (TREVISO) - «Accetteremo le scuse dell'assassino solo se in aula racconterà la verità. Invece continua a dire che nostro figlio era armato di coltello». E' lo sfogo dei genitori di Aymen Adda Benameur, il 17enne di origini algerine ucciso a coltellate l'11 maggio del 2023 a Varago di Maserada, in via 1° Maggio per mano di Elia Fiorindi, 19enne trevigiano. Una cessione di droga finita nel sangue.

Stamattina, 9 aprile, è stato proiettato in aula un filmato che immortala gli ultimi istanti di vita del 17enne. Un video (acquisito dalla telecamera di un'abitazione privata) di cui difesa e parte civile finora hanno fornito interpretazioni opposte. Le immagini del resto sono un po' sgranate: si intuisce che Aymen ha qualcosa in mano quando affronta Fiorindi. Il killer, reo confesso, aveva sostenuto fin da subito di essere stato aggredito dal 17enne armato di coltello e di averlo colpito per difendersi. La parte civile sostiene invece che il 17enne avesse un'innocua sigaretta elettronica

Papà Amine e mamma Amaria hanno preferito rimanere fuori dall'aula per non vedere il filmato. «Quel ragazzo ci ha tolto la felicità più grande della nostra vita, impossibile perdonarlo.

E le scuse non valgono niente se non dice la verità» conclude mamma Amaria. 

Fiorindi, ora ai domiciliari col braccialetto elettronico, è accusato di omicidio volontario. Non gli vengono contestate aggravanti per cui non rischia l'ergastolo. La scosa udienza il gup lo aveva ammesso al rito abbreviato condizionato alla visione completa del filmato. In caso di condanna, per effetto del rito abbreviato potrà contare anche su uno sconto fino a un terzo della pena.

Ho chiesto all'assassino di mio figlio perché l'aveva ucciso. Lui mi ha chiesto scusa e ha detto che non sapeva 

mamma: lui ha sbagliata e noi l'abbiamo pagata cara. Ci ha tolto la felicità della nostra vita. Le scuse dell'assassino non valgono.

papà: "Accettiamo le scuse dell'assassino di nostro figlio, solo se lui dirà la verità. Invece sta mentendo. Dice che Aymen aveva un coltello. Ma io sono sicura che lui non avesse niente. Se c'era da litigare si difendeva con le mani.

È stato ammesso al rito abbreviato condizionato e beneficerà quindi di uno sconto di pena Elia Fiorindi, il 18enne che l'11 maggio scorso uccise a coltellate Aymen Adda Benameur, 17 anni, durante una cessione di droga finita nel sangue a Varago di Maserada. Così ha deciso il gup Piera De Stefani al termine della lunga udienza di ieri mattina, che si è conclusa con un momento di forte tensione tra il giovane imputato e il papà di Aymen, presente in aula insieme alla moglie Amaria. «Mio figlio è sottoterra e lui, che l'ha ucciso, ride» è sbottato il genitore, accompagnato fuori e calmato dai presenti prima che i toni si alzassero ulteriormente.

Fiorindi, ora ai domiciliari col braccialetto elettronico, è accusato di omicidio volontario. Non gli vengono contestate aggravanti per cui non rischia l'ergastolo. E ora, in caso di condanna, per effetto del rito abbreviato potrà contare anche su uno sconto fino a un terzo della pena. Il giudice ha accolto infatti la richiesta della difesa di Fiorindi, affidata agli avvocati Fabio Crea e Luigi Torrisi. I due legali avevano chiesto appunto l'accesso al rito abbreviato condizionato all'acquisizione di nuovi elementi probatori e alla visione completa del video che immortala gli ultimi istanti di vita di "Alge". I frame, registrati da una telecamera di videosorveglianza puntata in via Primo maggio, dove i due si erano dati appuntamento accompagnati dai rispettivi amici, fanno già parte del fascicolo di indagine. Ma la difesa li ha sottoposti a una consulenza tecnica da parte di un investigatore privato approfondendo in particolare la dinamica antecedente all'accoltellamento. Secondo i due legali, infatti, il consulente del pubblico ministero si sarebbe limitato a "fotografare" soltanto il fatto di sangue senza considerare come e perché ci si è arrivati. Ovvero il fatto che Fiorindi si sarebbe difeso dall'aggressione di Adda Benameur. È la versione che il 18enne aveva fornito nell'immediatezza dei fatti agli inquirenti.

Ultimo aggiornamento: 18:20 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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