Omicidio di Conegliano. I ladri che hanno ucciso Margherita Ceschin sono arrivati in bici, i vicini edicolanti: «I nostri clienti hanno paura»

Domenica 2 Luglio 2023 di Pio Dal Cin
I ladri che hanno ucciso Margherita Ceschin sono arrivati in bici, i vicini edicolanti: «Abbiamo paura»

CONEGLIANO (TREVISO) - Sarebbero rimasti per ben cinquanta minuti nella casa di Margherita Ceschin, la 72enne soffocata nella sua abitazione in via XXVIII Aprile, a Conegliano, venerdì sera. Sarebbero arrivati in due, a bordo di biciclette, dopo le 20. Avrebbero scavalcato la recinzione esterna del condominio in un punto preciso, che è stato esaminato dai carabinieri del Ris di Parma alla ricerca di tracce.

E poi sarebbero saliti sulla Yaris parcheggiata sotto il balcone dell’anziana, di proprietà della vittima. Trasformando l’auto in una “scala” per introdursi al primo piano, nell’appartamento dell’anziana, approfittando anche del fatto che la porta finestra era stata lasciata aperta. 


LA RICOSTRUZIONE
Margherita sarebbe stata sorpresa distesa sul divano, già con addosso il pigiama. I due ladri, che si sono trasformati in assassini, l’avrebbero colpita alla testa per stordirla e poi, mentre uno le schiacciava il torace, l’altro la soffocava usando presumibilmente un cuscino. La donna avrebbe cercato di chiamare aiuto usando il suo cellulare che è stato ritrovato, spaccato, dentro il lavello della cucina. I due sarebbero stati ripresi da una telecamera posta all’incrocio con via Galilei, a circa 200 metri dal condominio dove abitava la 72enne. La telecamera li immortala mentre scavalcavano la recinzione e poi quando entrano in casa. E ne riprende i movimenti all’incontrario quando escono. Da un primo, sommario, accertamento pare che manchi il portafogli dell’anziana. Ma soltanto quando l’abitazione sarà dissequestrata, sarà possibile per i familiari procedere all’inventario dei beni e determinare cosa davvero manchi in casa.


LO CHOC
La donna era molto conosciuta nel quartiere che vive, adesso, l’incubo e la paura. «Vedevo la signora Margherita una volta ogni dieci giorni circa. Veniva a comprare le sigarette, Phillips Morris Blue morbide. Era veramente una persona gentile, riservata e a modo, mite e sempre con il sorriso. Sempre da sola, a piedi o in auto». A ricordare Margherita Ceschin, uccisa nel suo appartamento di via XXVIII Aprile, nella notte tra venerdì e sabato scorso è Monica che, assieme al fratello Gianni, si alterna nella gestione del tabacchino ed edicola Botturi, in viale Venezia. L’edicola si trova a circa 500 metri dall’appartamento dove Margherita è stata trovata priva di vita, dopo che alcune amiche con le quali doveva uscire la sera di sabato, si erano allarmate non ricevendo risposta alle numerose chiamate. «Ci siamo trasferiti qui trent’anni fa - prosegue Monica - Abbiamo visto la città cambiare in peggio. Non mi fido ad andare in centro a Conegliano di notte. Non era così quando siamo arrivati». Monica spiega: «Ho appreso la triste notizia domenica mattina. I clienti che vengono da me riferiscono di un senso di insicurezza che aumenta specialmente per le persone più anziane e sole. C’è chi ha paura e questo delitto ha alzato la soglia di allarme. Non si parla d’altro e mi dicono che, la sera, chiudono porte e finestre anche se fa caldo». Non lontano dal luogo del delitto, in via Galilei 32, il consigliere comunale Enzo Perin gestisce la casa di accoglienza “Toniolo” con una settantina di camere che affitta a prezzi popolari a varie tipologie di ospiti. «Non possiamo accanirci contro le ombre. Prima di puntare il dito contro qualcuno è meglio aspettare che vengano chiuse le indagini» spiega Perin. «La gente si chiede cosa stia succedendo a Conegliano. Fino alla fine degli anni Ottanta nessuno chiudeva le porte a chiave - continua Perin - Da allora sono mutati radicalmente i comportamenti anche a causa del fatto che non vengono sanzionati coloro che vengono trovati a delinquere. Quanti ladruncoli vengono arrestati dalle forze dell’ordine e rilasciati il giorno dopo. Servono leggi più restrittive». 

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