Stroncato dalla leucemia a 47 anni: ​muore in casa per evitare il contagio

Domenica 29 Marzo 2020 di Annalisa Fregonese
Loris Sarri, 47 anni, era malato da vent'anni
ODERZO - La sfida è stata di tenerlo al sicuro e difenderlo dal coronavirus. Per poterlo almeno accompagnare nell’ultimo tratto di vita, facendolo sentire circondato d’affetto. Una sfida che è stata vinta: Loris Sarri, 47 anni, che da venti combatteva contro la leucemia, ha potuto spirare in serenità a casa, vegliato dalla mamma Antonietta e dai familiari. In queste settimane è stato curato a casa dal suo medico, il dottor Pierantonio Alvisi, con il supporto del personale dell’Usl 2 e dei medici dell’Advar.
LA FAMIGLIA
«Ancora diverse settimane fa mio fratello era in ospedale. Quando si è profilata la pericolosità del coronavirus, il suo medico curante, il dottor Pierantonio Alvisi ci ha consigliato di tenerlo a casa – racconta il fratello Roberto - Se Ivan avesse preso il Covid19 per lui non ci sarebbe stato scampo, non l’avremmo rivisto mai più. Almeno così siamo potuti restare con lui fino alla fine. Medici e infermieri del Pronto Soccorso di Oderzo sono stati straordinari. Perché dobbiamo renderci conto che il Covid-19 non ha cancellato le altre malattie». Bensì ha complicato il lavoro negli ospedali. «Mio fratello aveva bisogno di esami, radiografie. È capitato allora che siano venuti a prenderlo con l’ambulanza a casa verso le 18 di sera, quando al pronto soccorso ormai non c’era più nessuno. Lo sottoponevano alle radiografie e agli altri esami tenendolo in ospedale durante la notte. Riportandolo poi a casa al mattino prestissimo. Sono stati eccezionali».
LA STORIA
Loris Sarri si era ammalato di leucemia una ventina d’anni fa. Malattia che aveva preso subito a contrastare con tutte le sue forze. Il fratello Roberto gli aveva anche fatto la donazione di cellule staminali. Dopo un po’ di tempo però si era presentato il problema del rigetto.
«Loris doveva affrontare cure farmacologiche molto importanti, con farmaci che avevano notevoli effetti collaterali. Si è sottoposto a trattamenti nella camera iperbarica. Eppure, in tutti questi anni, non ha mai perso il suo sorriso, la sua voglia di vivere».
Un uomo che riusciva a trasmettere la positività a quanti gli stavano accanto, aveva moltissimi amici.
«Amava stare fra le persone – prosegue il fratello – non si è mai perso d’animo. Era fan di Vasco Rossi. Un ricordo al quale teneva molto è l’esser andato a un concerto del Vasco ed averlo potuto salutare da vicino».
Quando la malattia glielo permetteva Loris Sarri, che pure era invalido al 100%, aiutava il fratello nella sua attività artigiana di stampaggio di materie plastiche. «Ha sempre dato una mano a tutti» ricordano in famiglia.
Chi lo desidera può salutare Loris Sarri alla Casa funeraria Canzian a Gorgo al Monticano. La famiglia ringrazia di cuore i medici, il personale dell’Usl 2 e l’Advar.
 
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