TREVISO - Una sfilata di cinquemila persone, arrivate da tutto il Veneto.
LA PARTENZA
Alle 16 il tratto di via Roma davanti alla sfera Benetton è già pieno di gente. Alla partenza ci sono un migliaio di persone: ci sono i rappresentanti del comitato Szumski con i loro giubbetti gialli fosforescenti; ci sono quelli con gli striscioni di solidarietà ai portuali di Trieste; ci sono persone che alzano le immagini di alcuni santi e della Madonna e ci sono i cori. Tanti: La gente come noi non molla mai, Basta paura, non serve la puntura, chiaro riferimento al vaccino e alla sua inutilità e poi cori contro il ministro Speranza e il presidente del consiglio Draghi. Verso le 16,30 l'enorme serpentone di gente si muove. Ma il migliaio di persone iniziale è per lo meno raddoppiato. E continuerà a crescere. Il tragitto studiato dalla questura però funziona: i manifestanti vengono tenuti alla larga da piazza dei Signori e dalle zone più centrali, quelle bloccata sabato dall'altra manifestazione che ha mandato in fumo gli affari delle attività commerciali, spazzato via il programma della Fiera 4 Passi e fatto infuriare chi avrebbe voluto lavorare.
L'ARRIVO
La sfilata si snoda senza particolari problemi. Il corteo sfiora il mercatino di Borgo Cavour passando lungo viale D'Alviano, proprio davanti all'ingresso che introduce alla bancarelle. Tanti osservano incuriositi, compreso qualche residente che si affaccia alle finestre. Una signora urla vaccinatevi!, ma viene ricacciata metaforicamente dentro casa da fischi ed espressioni colorite. All'altezza di varco Caccianiga l'arrivo. Il fiume di gente, a quel punto almeno cinquemila persone, si distende senza soluzione di continuità lungo le Mura tra la soddisfazione degli organizzatori, tra cui Elisabetta Uccello che nel 2018 tentò di presentarsi come candidata sindaco per Casa Pound. C'è quindi il tempo per qualche intervento, per un'Ave Maria corale, e per canzoni tutte anti-Green pass.
LA PROTESTA
Tutto è filato liscio, ma per le attività del centro resta comunque il danno: «Questa presenza, pur nel rispetto delle regole civile, è stata un danno per tutte le manifestazioni previste in centro in questo fine settimana - osserva Federico Capraro, presidente trevigiano di Ascom - e assere danneggiate sono tutte quelle attività che vorrebbe approfittare di questi fine settimane così ricchi di eventi e di persone per recuperare il tempo perso durante la pandemia e i fatturati. Qui siamo di fronte all'esercizio di diritto legittimo che però lede il diritto di lavorare di tante altre persone». Capraro quindi guarda con preoccupazione alla prossimo fine settimana, quando le proteste potrebbero ripetersi: «Chiedo alle autorità, magari in maggiore accordo tra di loro, di non consentire più l'assedio delle piazze».