Morto annegato nella cava, sotto accusa il titolare del laghetto

Martedì 26 Settembre 2023 di Valeria Lipparini
Il laghetto di quinto dove è morto annegato Mauro Libralesso

PAESE - Chiuse le indagini per omicidio colposo a carico di Italo De Lazzari, l’82enne proprietario del laghetto Azzurro, in via Levada a Paese, in cui è morto annegato nella notte tra l’8 e il 9 luglio dello scorso anno, Mauro Libralesso, 33enne di Badoere. Secondo l’accusa il gestore del laghetto, difeso dall’avvocato Stefano Pietrobon, non avrebbe esposto correttamente i segnali in cui veniva fatto divieto di balneazione e, inoltre, non avrebbe adottato le misure di sicurezza, in particolare non avrebbe delimitato il perimetro dell’area con idonea recinzione e neppure con illuminazione visto che l’area veniva frequentata da amanti della pesca anche in orario notturno.


LA TESTIMONIANZA

L’indagato aveva reso testimonianza, davanti al magistrato titolare dell’inchiesta, Gabriella Cama, ricostruendo quanto era accaduto quella notte. De Lazzari ha spiegato che tre amici del 33enne lo avevano contattato per prenotare una seduta di pesca notturna. Una circostanza normale: il proprietario registra l’ingresso e poi i pescatori sono liberi di stare nella cava fino all’alba, con la possibilità di chiamare il proprietario in caso di necessità o di partenza anticipata. Il gestore aveva riferito di conoscere il giovane in quanto era un cliente abituale. Ma ha aggiunto: «Quella sera non era tra le persone che avevano prenotato. Non doveva essere lì, io non sapevo che ci fosse. E comunque, proprio perché era un cliente abituale, conosceva le regole». Il colloquio con il magistrato era durato circa un’ora in cui l’82enne, assieme al suo legale, aveva raccontato quanto accaduto e, nonostante il dolore per la vita spezzata, aveva ribadito di non essere responsabile per quel decesso. Anche perché tutto il laghetto è transennato da una cancellata e rete a maglie. «Forse, Libralesso è entrato scavalcandola» ha raccontato al magistrato.

Una divergenza perchè, secondo il pubblico ministero, il 33enne morto annegato risulta essere stato un ospite a pagamento anche per pernottare e, dopo aver bevuto insieme agli amici, si immergeva nelle acque del lago da cui non riemergeva.


IL LEGALE

Il legale, avvocato Pietrobon, puntualizza: «Quanto accaduto è stata una tragica fatalità. In quel laghetto non è mai successo alcun incidente in tanti anni dall’apertura. Il mio assistito non ha trascurato di curare in tutti gli aspetti la normativa della sicurezza. Inoltre, non ci risulta che nel lago gli avventori facessero il bagno quanto, invece, praticassero la pesca». I fatti sono cronaca, Mauro Libralesso era arrivato al laghetto Azzurro verso mezzanotte. Lì c’erano già cinque amici, il solito gruppetto amante della pesca, anche in notturna. Hanno bevuto qualche birretta, hanno pescato. E poi Mauro ha annunciato che avrebbe fatto un tuffo. L’area non è illuminata e il 33enne è scomparso, inghiottito dal buio della notte e dell’acqua. Senza più ricomparire. Gli amici, che all’inizio pensavano a uno scherzo, si sono poi allarmati e hanno allertato i soccorsi. I vigili del fuoco, arrivati da Treviso con il nucleo sommozzatori di Venezia, all’1,15 di notte hanno avviato le ricerche e hanno individuato e recuperato il corpo a 5 metri di profondità. 

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Ultimo aggiornamento: 07:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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