Crescono contagi e ricoveri: «Riapre il reparto Covid con 30 posti letto in ospedale a Montebelluna»

Benazzi: "In questo modo evitiamo i trasferimenti verso Treviso e Vittorio Veneto"

Domenica 3 Aprile 2022 di Mauro Favaro
L'ospedale di Montebelluna
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MONTEBELLUNA - Riapre il reparto Covid dell’ospedale di Montebelluna. L’emergenza sulla carta è finita. Ma i contagi continuano. E purtroppo stanno aumentando anche i ricoveri. Ad oggi sono 141 i pazienti positivi nei reparti Covid della provincia. Troppi per far decollare il progetto di ridimensionamento. L’Usl della Marca puntava a far rimanere come punti di riferimento per il coronavirus solo le unità di Malattie infettive di Treviso e l’ospedale di comunità di Vittorio Veneto. I numeri, però, stanno portando in un’altra direzione.

LA DECISIONE
«Abbiamo riaperto un reparto Covid con 30 posti a Montebelluna – spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell’azienda sanitaria – ci sono stati alcuni nuovi ingressi. Così abbiamo deciso di procedere in questo modo, senza trasferimenti verso Treviso e Vittorio Veneto». In questa settimana a livello provinciale è stato contato in media un nuovo ricovero al giorno per Covid. E le dimissioni che non seguono lo stesso ritmo. Il 65% dei pazienti è ricoverato nei reparti ordinari (92). E il 34% negli ospedali di comunità (25 a Treviso e 23 a Vittorio Veneto). Fortunatamente si continua a non andare oltre a un solo paziente ricoverato nella Terapia intensiva di Treviso. Le Rianimazioni degli altri ospedali restano completamente Covid-free. Fatto sta che i contagi stanno aumentando. Mentre con l’inizio di aprile sono cadute molte delle limitazioni legate all’emergenza sanitaria. 
LA RACCOMANDAZIONE
«L’importante è continuare a indossare la mascherina quando si è in ambienti chiusi», sottolinea Benazzi.

Solo ieri sono stati confermati oltre 1.100 nuovi contagi in provincia. Più di 12.300 trevigiani positivi stanno affrontando la quarantena. L’incidenza provinciale media è salita a 806 contagi ogni 100mila abitanti (la proporzione balza a 1.152 casi considerando solo i bambini e i ragazzi in età scolare). Il tasso di positività resta molto elevato. Oggi un quinto delle persone che si sottopongono al test risulta positivo. Tutti gli indicatori confermano quella che è già stata ribattezzata come la quinta ondata del Covid. L’indice Rt si è attestato a 1,3. Quando è oltre l’uno significa che l’epidemia continua a espandersi. «Ma adesso l’andamento pare in progressiva discesa», specifica il direttore generale. E nel quadro dei numeri emergono in modo netto anche le differenze tra chi si è vaccinato e i No-Vax. Il servizio di Epidemiologia dell’Usl evidenzia che oggi l’incidenza dei contagi è pari a 1.203 ogni 100mila persone tra i No-Vax, mentre scende a 252 ogni 100mila tra chi ha completato il percorso vaccinale. Discorso simile per i ricoveri in ospedale: il tasso è di 20,4 tra i No-Vax e di 5 tra chi si è vaccinato. «Chi non si è vaccinato rischia di essere ricoverato oltre 4 volte di più di chi invece ha fatto l’iniezione anti-Covid – sintetizza Benazzi – il rischio di finire in Terapia intensiva, poi, è addirittura quasi 9 volte maggiore per chi non si è vaccinato».

Ultimo aggiornamento: 12:59 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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