MONFUMO - I genitori chiedono che venga eseguita l'autopsia sul corpo di Massimo Martignago, il 36enne trovato morto in casa dallo zio.
La morte in casa del 36enne, quelle chiamate senza risposta
È stato lo zio Danilo a ritrovare il corpo esanime del nipote giovedì mattina verso mezzogiorno nell'abitazione di via Costa Mattia in cui Massimo Martignago viveva con i genitori. Il padre, autotrasportatore era in trasferta in Svizzera e la moglie aveva deciso di accompagnarlo. Che fosse successo qualcosa i genitori hanno iniziato a sospettarlo all'ennesima telefonata a vuoto. Massimo non ha risposto per tutta la mattina alle loro chiamate. A quel punto il padre ha chiesto a suo fratello, che abita nelle stessa via, di andare a controllare. Ed è a quel punto che lo zio si è trovato di fronte alla tragedia. «Non lo vedevo dalla sera prima. Ho chiamato i soccorsi ma non è servito» - racconta Danilo affranto.
All'arrivo dei sanitari, Martignago era deceduto da qualche ora
Quando i sanitari del Suem di Crespano del Grappa sono arrivati sul posto, per il 36enne non c'era più nulla da fare se non constatarne il decesso: a giudicare dal rigor mortis, Martignago era deceduto già da qualche ora. Per un arresto cardiaco, dai primi riscontri, anche se sarà l'autopsia a mettere un punto fermo. Il giovane sembrava godere di buona salute. Il dolore della famiglia è condiviso dall'intera comunità. E farsi portavoce del cordoglio è il sindaco Luciano Ferrari, che nelle prossime ore porgerà le condoglianze ai genitori: «Quando muore una persona così giovane è sempre una grande tragedia soprattutto in una piccola comunità come la nostra».