Lavoro a rischio. A fine anno scadono ammortizzatori e blocco licenziamenti: «Prepariamoci al peggio»

Giovedì 17 Settembre 2020 di Mattia Zanardo
Lavoro a rischio. A fine anno scadono ammortizzatori e blocco licenziamenti: «Prepariamoci al peggio» (Foto di Jon Kline da Pixabay)
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TREVISO Più che all'autunno caldo, i sindacati trevigiani guardano con inevitabile preoccupazione al periodo tra la fine anno in corso e l'inizio del nuovo: sarà quello il momento della verità per l'occupazione post Covid. In quelle settimane giungeranno a scadenza gli ammortizzatori sociali e il blocco dei licenziamenti, avviati nel pieno dell'emergenza, che stanno di fatto congelando il mercato del lavoro. Salvo proroghe difficilmente sostenibili sul lungo periodo, e al netto di nuove, gravi recrudescenze della pandemia, allora si capirà quanti dei lavoratori oggi sospesi non rientreranno più in fabbrica o in ufficio. Il rischio tsunami (per usare le parole di Cinzia Bonan, segretaria della Cisl Belluno Treviso) non può essere escluso. Per questo Cgil, Cisl e Uil territoriali sollecitano istituzioni e parti sociali a preparare per tempo le contromisure, soprattutto per favorire il ricollocamento di quanti rimarranno a casa definitivamente.

LA MOBILITAZIONE
La questione sarà una delle priorità della Giornata di mobilitazione indetta domani a livello nazionale dalle sigle sindacali. Per il Veneto la manifestazione regionale è in programma in piazza Bra a Verona. Le norme anti-contagio impongono non più di trecento presenti, distanziati e seduti. Dalla Marca i partecipanti saranno una sessantina. «E' la prima volta nella mia carriera di sindacalista che devo dire di stare a casa a chi vorrebbe partecipare» sospira Guglielmo Pisana, coordinatore della Uil Belluno Treviso. Tante le questioni sul tavolo, come riassume Mauro Visentin, alla guida della Cgil trevigiana: dalla riforma fiscale e dalla lotta all'evasione, al rinnovo dei contratti nazionali pubblici e privati, che riguarda oltre dieci milioni di addetti in Italia, alle scelte su come utilizzare le risorse in arrivo dall'Europa. E ancora istruzione e formazione, sanità pubblica, sicurezza sul lavoro, politica industriale, lotta alla precarietà, sostegno alle categorie fragili. Ripartire dal lavoro, il titolo scelto perché spiegano i vertici sindacali - dal lavoro passa il rilancio del paese e la qualità della vita delle famiglie.

LA PIATTAFORMA UNITARIA
I punti, in realtà, ricalcano quelli della piattaforma unitaria elaborata un anno fa. I 5.300 posti persi nei primi sei mesi nella Marca stimati da Veneto Lavoro, secondo Cgil, Cisl e Uil sono in massima parte dovuti a mancati rinnovi di contratti a termine o stagionali. Da fine anno però gli stessi sindacati non si nascondono il rischio che il numero aumenti, coinvolgendo anche lavoratori stabili, specie nei settori più in sofferenza dopo il lockdown: il turismo e l'indotto, come il trasporto persone, l'agroalimentare che riforniva bar e ristoranti, il manifatturiero legato all'industria automobilistica tedesca, l'edilizia rallentata dalle minori possibilità economiche delle famiglie. Servono, dunque, politiche attive per riqualificare e facilitare una nuova occupazione, a partire da giovani, donne, over 50. Come necessitano misure per scongiurare escamotage furbetti. «Abbiamo già segnali che qualche impresa potrebbe approfittarne per licenziare chi ha un contratto a tempo indeterminato e riassumerlo il giorno dopo a termine, aumentando la precarietà» avverte Pisana.

CRISI E PROPOSTE
Tra le realtà in difficoltà anche l'aeroporto di Treviso, ancora chiuso per la carenza di voli e passeggeri. «E' strategico dicono Bonan, Pisana e Visentin non può essere una dependance di Venezia, oltre a garantire la sostenibilità ambientale». Quanto ai focolai nelle aziende, i sindacati auspicano un tavolo di confronto con l'Usl, come per le case di riposo. «Occorre stabilire una direzione univoca» ribadisce il leader della Cgil.
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