Insegnante assunta il lunedì e licenziata il martedì per un anno: «Voglio i miei soldi»

Domenica 23 Ottobre 2022 di Mauro Favaro
Insegnante in classe
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TREVISO - A quattro anni di distanza, nonostante le sentenze favorevoli del tribunale di Treviso e del Tar, la maestra Beatrice Valensise, 56 anni, deve ancora vedere il proprio stipendio. «Mi sento presa in giro spiega vorrei chiudere questa parentesi, ma ormai è anche una questione di principio». Per un intero anno scolastico era stata formalmente assunta il lunedì e licenziata il martedì. Era andata avanti così la supplenza part-time che aveva coperto tra il settembre del 2018 e il maggio del 2019 alle elementari dell'istituto comprensivo Brustolon di Conegliano. I mini-contratti l'avevano portata a percepire in tutto poco più di 1.500 euro, invece di 9mila euro.

E non è ancora finita. «L'insegnante aveva sottoscritto con l'Ic 3 di Conegliano un contratto part-time di 11 ore che era stato interpretato in maniera fantasiosa da parte della scuola, per usare un eufemismo . spiegano dalla Gilda degli insegnanti di Treviso - nell'aprile del 2021 una sentenza del tribunale aveva sancito il diritto a un equo trattamento economico. Il giudice del lavoro le aveva dato pienamente ragione riconoscendole il servizio a part-time al 50% per tutto l'anno scolastico sia ai fini della retribuzione che della carriera (punteggio), anziché i due giorni settimanali riconosciuti e pagati dalla scuola prima del ricorso».

LO STIPENDIO
A conti fatti, Valensise avrebbe dovuto ricevere in tutto tra gli 8mila e i 9mila euro. «Circa - specifica il sindacato - poiché ad oggi la scuola non ha ancora comunicato i conteggi, né tanto meno ha pagato il dovuto». Nel frattempo l'insegnante, adesso di ruolo in un'altra scuola, si è rivolta al Tar. E quest'ultimo ha ordinato al ministero dell'Istruzione, o in subordine all'ufficio scolastico regionale, di eseguire quanto previsto dalla sentenza del tribunale. «Nonostante i numerosi solleciti allargano le braccia dal sindacato la docente sta ancora aspettando la retribuzione per il lavoro svolto 4 anni fa». Di fatto, il cortocircuito che ha portato a questa lunga attesa riguarda ministero e ufficio scolastico, che non hanno ancora sbloccato la somma in questione.

LA REAZIONE
«Sono senza parole per l'indignazione - dice Michela Gallina, coordinatrice provinciale della Gilda degli insegnanti - non si riesce a capire il motivo per cui l'amministrazione non rispetti ben due sentenze definitive. Si tratterebbe semplicemente di fare il calcolo della retribuzione spettante in base al pronunciamento del tribunale di Treviso e pagare alla nostra iscritta la differenza tra quello che ha già ricevuto e quanto ancora le spetta». «Nonostante lo scalpore generale, non si è ancora mosso nulla. Con l'aggravante dell'inflazione a rendere ulteriormente esiguo il valore della retribuzione mancante conclude dopo lo sfregio iniziale del mancato riconoscimento del valore del lavoro svolto dalla docente, l'amministrazione non si sta neanche preoccupando di risarcirla con tempestività».

 

Ultimo aggiornamento: 24 Ottobre, 13:32 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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