Investì e uccise un ciclista suo coetaneo: Enzo tradito dal cuore in tribunale

Venerdì 16 Aprile 2021 di Denis Barea
Giancarlo Moretto morto nell'incidente stradale e Enzo Binda ucciso da un infarto in tribunale

TREVISO - Non ha retto alla tensione per l'udienza lo attendeva, forse quella decisiva per decidere del suo destino, relativa al processo per l'omicidio stradale di cui doveva rispondere. E il cuore lo ha tradito. Enzo Binda, 75 anni, imprenditore di Loria molto noto nella zona di Castelfranco per essere il titolare, insieme alla moglie Gina Stocco, della Stocco & C, azienda del settore tessile specializzata in taglio di abiti che realizzavano anche per grandi firme come Armani, è morto ieri mattina in Tribunale a Treviso, pochi minuti prima di entrare in aula, stroncato da un infarto. È stato prontamente soccorso dal personale del Suem che però, dopo un'ora di disperati tentativi di rianimarlo, non ha potuto che constatarne il decesso.
Alle 12 Enzo Binda avrebbe dovuto presenziare alla seconda giornata di dibattimento del procedimento per omicidio stradale. Nel giugno del 2016 aveva travolto e ucciso Giancarlo Moretto, 73enne pensionato di Castello di Godego, ex dipendente e sindacalista della Beton e personaggio molto noto nel mondo della pallavolo locale. Ieri sarebbero dovuti salire sul banco dei testimoni i due periti, incaricati della ricostruzione sulla dinamica dei fatti che, secondo la Procura di Treviso, appariva però già chiara: Moretto era stato investito quando, in sella alla sua bicicletta, stava attraversando la strada sulle strisce pedonali a poche decine di metri da casa sua. Binda, che era la volante della sua Mercedes, non lo avrebbe visto.
«Era molto segnato dalla vicenda - dice Simone Biaggio, sindaco di Loria - una morte sulla strada è certamente un fatto tragico per la famiglia della vittima ma è un dramma anche per chi commette un fatto che, non dimentichiamocelo, è pur sempre una disgrazia.

Enzo era una persona splendida, sempre molto disponibile, molto alla mano, di grande intelligenza è umiltà con cui si poteva parlare di tutto. Lascia un vuoto davvero incolmabile dentro alla nostra comunità».

I SOCCORSI
Intorno alle 11 il 75enne stava parlando con uno dei suoi legali, l'avvocato Maurizio Pertile, prima dell'inizio dell'udienza. Avevano appena consumato un caffè al bar del Tribunale quando l'uomo si è prima piegato in avanti e poi è caduto rovinosamente, sbattendo la fronte sul pavimento. Sono stati attimo di panico, il legale ha subito chiamato aiuto: sul posto si sono precipitati alcuni dipendenti del palazzo di giustizia e dopo qualche minuto è intervenuta una delle guardie giurate, che prima lo ha piegato su un lato e poi ha iniziato il messaggio cardiaco. Binda aveva perso sangue, probabilmente a causa dell'impatto, in parte finito nella bocca e c'era il rischio che soffocasse. Subito dopo sono arrivati i sanitari del Suem. È stato prima applicato il defribrillatore, poi all'imprenditore è stato praticato il messaggio cardiaco, infine gli è stato messo il macchinario per il massaggio al cuore automatico. Inizialmente Binda sembrava ancora respirare, anche se a fatica, poi ha smesso. Dopo un'ora i sanitari si sono dovuti arrendere.

LA FAMIGLIA
In lacrime l'avvocato Pertile. «Si è piegato in avanti come se si volesse allacciare le scarpe - ha detto - l'ho visto cadere perdendo i sensi. Io Enzo Binda lo conoscevo da quando avevamo i calzoni corti, era una persona splendida, solare, generosa. Non ci posso ancora credere che sia finita così». «Stamattina ci siamo lasciati dopo aver reso un caffè insieme - spiega Albano Binda, il maggiore dei due figli di Enzo (l'altro è Cristian, di due anni più giovane) - lui è andato a Treviso e io invece sono venuto in azienda. Il processo lo turbava, rimuginava spesso sulla persona che era morta ma oggi mi sembrava tranquillo e sereno. Mio padre era una persona sana, non fumava e non beveva, prendeva solo le pastiglie per la pressione. All'ospedale i medici ci hanno detto che è stato un improvviso attacco cardiaco, un infarto fulminante e che non c'era la possibilità di salvarlo. Ed è un dolore indicibile».
 

Ultimo aggiornamento: 08:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci