TREVISO - Sulle strade della Marca si continua a morire. E a un ritmo impressionante. Più di un decesso a settimana, in linea sia con il 2022 che con il 2021, anni tragici per le croci sull'asfalto.
I NUMERI
Dall'analisi effettuata dal centro di monitoraggio della Provincia, dall' 1 gennaio al 31 ottobre si sono verificati 42 incidenti mortali a Treviso in cui hanno perso la vita 47 persone (già salite a 51 considerando i il drammatico incidente dell'11 novembre a Ormelle in cui hanno perso la vita 3 giovani e la fuoriuscita autonoma dell'1 novembre a San Fior). Un numero che, come detto, si avvicina a quelli del 2022, quando le vittime erano state 52, e del 2021, che ne aveva registrate 49. Se l'anno scorso i mesi più bui erano stati quelli di settembre e ottobre, rispettivamente con 11 e 8 morti, nel 2023 è giugno il mese più nero con 9 persone che hanno perso la vita sulla strada. Per quanto riguarda i giorni della settimana in cui si verifica il maggior numero di incidenti, nel 2023 è nel weekend che si registra il numero più elevato dei decessi, con un'incidenza maggiore il sabato rispetto alla domenica. Identiche, invece, le principali dinamiche: gli scontri frontali (tra autovetture o moto) rimangono i più numerosi, seguiti dalla fuoriuscite autonome (in questo caso non c'è distinzione se siano state causate da malori alla guida), dalle distrazioni (spesso legate all'utilizzo del telefonino) e dagli scontri laterali (alla base, ad esempio, delle mancate precedenze).
I PROFILI
Lo studio mette in evidenza anche le fasce orarie in cui si muore più spesso, e l'età dei protagonisti. Le ore più critiche si confermano anche quest'anno quelle comprese tra le 17 e le 19, ovvero la fascia in cui le persone staccano dal lavoro. Guardando invece all'età dei cittadini coinvolti si nota che i più colpiti sono i giovani under 30, in una percentuale che nel 2023 supera il quarto delle vittime complessive: a oggi sono 13. Non sono da meno, però, gli anziani: la fascia tra i 71 gli 80 anni è la seconda più a rischio con 8 vittime registrate, seguita da quella degli ultraottantenni (4), quella tra i 41 e i 50 anni e quella dei minorenni (4) che si sposta per lo più a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.
Giuliano Pavan
© RIPRODUZIONE RISERVATA