Amiche carbonizzate nell'incendio della casa: «Il marito di Franca aveva bloccato le uscite»

Mercoledì 9 Novembre 2022 di Maria Elena Pattaro
La casa distrutta dalle fiamme dove sono morte le amiche Franca Fava e Fiorella Sandre

PAESE - Una trappola letale per impedire alle due donne di mettersi in salvo. La porta principale era inavvicinabile a causa del fuoco. Quella della lavanderia era stata sbarrata con mobili e persino delle assi in legno che ne rendevano impossibile l’apertura. Nell’udienza di ieri mattina sono emersi nuovi dettagli sul disegno criminale che Sergio Miglioranza, 72 anni, avrebbe messo in atto la notte del 10 giugno 2020, quando avrebbe appiccato fuoco alla sua abitazione di Castagnole.

Il rogo costò la vita alla moglie Franca Fava, 68 anni, e l’amica di famiglia, Fiorella Sandre, 74, morte asfissiate e carbonizzate, come ha spiegato l’anatomopatologo Alberto Furlanetto, che ha eseguito l’autopsia sui corpi. L’anziano è alla sbarra con le pesantissime accuse di duplice omicidio pluriaggravato e premeditato, incendio doloso, violazione dei sigilli apposti sul terreno teatro della tragedia e tentata truffa ai danni dell’assicurazione. Il movente del rogo, secondo l’accusa, sarebbe stato infatti economico: Miglioranza voleva incassare il polizze


VIA DI FUGA OSTRUITA

A descrivere lo stato dei luoghi, ieri mattina, è stato un carabiniere del Ris, sentito come consulente della Procura. Il testimone ha evidenziato come la porta della lavanderia - l’uscita più vicina alla stanza in cui dormivano le due donne, entrambe con problemi di deambulazione - fosse bloccata dall’esterno con mobili ed elettrodomestici dismessi che l’anziano accatastava nel giardino di casa. Non solo: c’erano anche alcune assi che impedivano il passaggio. Persino una volta rimosse le macerie, per i militari del Ris è stato impossibile accedere all’abitazione sfruttando quel pertugio: la porta infatti si apriva soltanto di 13 centimetri, troppo poco per essere una via di fuga. Un ulteriore tassello che, secondo l’accusa, conferma il piano criminale progettato da Miglioranza, difeso dagli avvocati Rossella Martin e Simone Guglielmin. Del piano fanno parte anche i dieci inneschi posizionati tutto attorno all’abitazione, con tanto di bombole di gas lasciate aperte ad alimentare le fiamme, e i due collocati dentro casa. A completare il quadro, secondo le ricostruzioni dell’accusa, ci sarebbe la telefonata “tardiva” ai soccorsi da parte dell’imputato, quando le fiamme erano alte già più di 20 metri. Quasi quattro minuti dopo che l’amica Fiorella Sandre, lo aveva chiamato spaventata per avvertirlo del rogo. È quanto emerso nel corso delle scorse udienze, quando hanno sfilato i soccorritori intervenuti (pompieri, sanitari e agenti delle forze dell’ordine) e gli ufficiali di polizia giudiziaria dei vigili del fuoco che avevano accertato le cause del rogo. Un video acquisito dalle telecamere di un’azienda vicina ha permesso di ricostruire la propagazione dell’incendio. All’1.04 il primo bagliore, nel cortile della casa, all’altezza della stanza della Sandre. Ventisei secondi dopo la donna chiama Miglioranza, convinta che stesse dormendo al primo piano, per avvertirlo dell’incendio. Meno di un minuto dopo un secondo bagliore, vicino alla porta di accesso al primo piano. All’1.07 la Sandre chiama la polizia per chiedere aiuto.

La telefonata di Miglioranza, sempre al 113, arriva quasi un minuto dopo.


IL DECESSO

Le due donne hanno perso i sensi a causa del fumo, che le ha asfissiate, mentre le fiamme ne hanno divorato i corpi, trovati carbonizzati. Queste e cause della morte riferite dal medico legale Alberto Furlanetto, che aveva eseguito l’autopsia. Nella sua deposizione ha evidenziato anche che quella sera Franca Fava aveva bevuto e che il fegato della presentava le tracce di una forma di dipendenza dell’alcol. La prossima udienza è il 22 novembre. 

Ultimo aggiornamento: 14:55 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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