Incassa 13 euro al giorno, costretta allo sciopero fiscale: «Non pagherò l'Inps»

Sabato 28 Novembre 2020 di Pio Dal Cin
Valentina Bonaldo titolare della fioreria Valentina a Codognè
2

CODOGNE' Tredici euro è l'incasso di una giornata ai tempi del Covid. Non sono sufficienti neanche a pagare l'affitto della sua fioreria. Valentina allarga le braccia: «Non c'è alternativa alla sciopero fiscale. I mille euro di quota Inps che devo pagare? Non li pagherò, non so cos'altro fare». Quella di Valentina Bonaldo, titolare della Fioreria Valentina in via Roma a Codogné, è una storia simbolo delle difficoltà abnormi che stanno affrontando i titolari di piccole botteghe come la sua, dirimpettaia di una boutique, di un negozio di fotografia e di una cartoleria. «Qualche mese fa noi commercianti ci siamo ritrovati in piazza a Treviso per manifestare - spiega Valentina -.

L'idea della disobbedienza fiscale è scattata tempo dopo, con un video di Lady Brian che invitava a non pagare. Avevamo manifestato pacificamente, ora perl alziamo l'asticella».

LE DIFFICOLTA' Valentina Bonaldo ha 33 anni, due figli; un maschietto di undici anni e la femminuccia di due anni e mezzo. Il suo è un lavoro autonomo, è tutto sulle sue spalle. «È da febbraio che non si lavora più - racconta -, ma nonostante questo mi stanno già chiedendo l'anticipo delle tasse per il prossimo anno. Siamo alla follia». Da qui la decisione di chiudere i rubinetti e smettere di pagare le imposte. «L'idea è quella di bloccare i pagamenti, visto che no riusciamo più a guadagnare niente. La gente esce molto meno, e quei pochi che entrano in negozio non spendono. Hanno paura e non spendono. Io non so come fare ad andare avanti, sto considerando veramente di chiudere tutto. Martedì scorso (lo dice mostrando lo scontrino delle entrate) ho incassato 13 Euro. Ne devo fare almeno 17 al giorno per pagare l'affitto. Quei mille euro non saranno una cifra enorme ma adesso non posso permettermi di pagarli». In totale sono quattromila gli euro che Valentina deve versare annualmente, ma con l'emergenza Covid è diventata una cifra, conti alla mano, impossibile da onorare. «Ho due figli. Li tengo entrambi in negozio con me. Il più grande fa la prima media e al pomeriggio, dopo la scuola viene in negozio a fare i compiti. La piccola ha due anni e mezzo e sta con me tutto il giorno. Non posso certo permettermi una baby sitter».

LO SFOGO La piccina dorme sonni beati nel suo passeggino parcheggiato in un angolo tranquillo della fioreria. «Quello che chiedo è che mi lascino lavorare. Le regole cambiano continuamente e le persone sono impaurite. Un'altra cosa che trovo assurda è ritenere noi esercenti responsabili degli assembramenti fuori dal negozio. Così non si lavora con serenità. Se non ci verranno incontro saremo in tanti a dover chiudere e io, come molti altri sto considerando di lasciare la mia attività. Sono fortunata che mio marito lavora altrimenti non saprei come fare. Ci sono molti altre situazioni dove in famiglia non lavora nessuno dei due e questo è veramente un disastro. Dovrebbero dare aiuti più concreti, invece continuano a farci pagare tasse di ogni tipo» 

Ultimo aggiornamento: 29 Novembre, 18:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci