Morì nel cantiere, rubati i fiori dalla panchina intitolata a Mattia Battistetti: «Gesto disumano»

Sparito il mazzo deposto sabato pomeriggio sulla seduta bianca dedicata al 23enne morto sul lavoro due anni fa

Lunedì 1 Maggio 2023 di Laura Bon
Morì nel cantiere, rubati i fiori dalla panchina intitolata a Mattia Battistetti

MONTEBELLUNA (TREVISO) - Nella notte fra sabato e domenica, o più probabilmente già nella serata di sabato, ignoti hanno rubato i fiori che sabato pomeriggio, occasione della manifestazione a lui dedicata, erano stati deposti sulla panchina bianca inaugurata nel gennaio del 2022 in piazza Monnet e destinata a Mattia Battistetti, morto in un cantiere della ditta Bordignon due anni fa, oltre che a tutti i morti sul lavoro. Un gesto ignobile, che lascia sgomenti i montebellunesi e non solo.

IL MESSAGGIO

«A te che hai compiuto un gesto poco onesto e inclassificabile -si legge infatti nella pagina dedicata a Mattia- dico che il valore del bouquet che hai rubato dalla panchina bianca dedicata a Mattia Battistetti non è quantificabile in denaro, quanto un segno significativo di riconoscenza verso chi non c’è più». E la notizia del furto si è rapidamente diffusa in città, suscitando lo sgomento e la riprovazione generali. Anche il sindaco Adalberto Bordin si è mosso, esprimendo la propria indignazione per l’accaduto e passando ai fatti. «Un gesto che si commenta da solo -afferma il primo cittadino- inumano ed inqualificabile. Ho chiesto alla polizia locale di verificare se con le telecamere riusciamo ad individuare e identificare il responsabile». Ma nella serata di ieri, il colpevole non era stato ancora individuato. Del resto, secondo qualche Montebellunese transitato nei pressi della panchina, già nella serata di sabato il mazzo di fiori era stato rimosso. «Viviamo tempi di grandi egoismi senza alcuna attenzione all’altro -ha commentato Loreno Miotto, consigliere comunale e insegnante alla scuola media di Biadene- E questo gesto ne é la triste conferma».

I COMMENTI

Le prese di posizione si sono moltiplicate. «Non ho la minima intenzione di insegnare come ci si comporta a nessuno -ha commentato Francesca Basso, che nei mesi scorsi ha collaborato con Monica, la mamma di Mattia, alla stesura di un libro in ricordo del ragazzo- dal momento che tutti siamo umani e possiamo sbagliare e io di certo non posso dire di esser un modello da emulare per via di perfezione. Rimango tuttavia sconvolta da come ci siano soggetti che hanno il coraggio di rubare un mazzo di fiori posato su una panchina dedicata a chi, di lavoro, è morto. Siamo invece arrivati al punto, oggi, di stravolgere i valori del dolore tanto da rubare un ricordo, un gesto, un fiore per apparire, per essere considerati. Non credo assolutamente che chi ha rubato quel mazzo di fiori non sapesse il motivo per cui era posato lì. Abbiamo sfilato in piazza, ieri». Sabato, infatti, si era svolta la manifestazione volta a ricordare i due anni dalla morte di Mattia. Un evento che si è snodato lungo le vie della città partendo dal cantiere di via Magellano dove la tragedia si è verificata, passando per il centro città, per arrivare fino all’auditorium della biblioteca dove il tema della sicurezza del lavoro è stato approfondito. Il prossimo appuntamento è per mercoledì 3 maggio in tribunale di Treviso alle 9 per un presidio durante la terza udienza del processo per la morte di Mattia.

Ultimo aggiornamento: 2 Maggio, 13:12 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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