​Malore improvviso a pranzo, Giuliano ucciso da emorragia a 51 anni

Lunedì 9 Marzo 2020
Malore improvviso a pranzo, Giuliano ucciso da emorragia a 51 anni
CHIARANO - Cordoglio nella comunità chiaranese e in tutta la diocesi per la morte di Giuliano Bortolin, 51 anni. Era stato colpito sabato, all'ora di pranzo, da un'emorragia cerebrale. Trasportato d'urgenza all'ospedale Ca' Foncello, nonostante le cure prestate il cuore dell'uomo ha ceduto all'alba di ieri mattina. Lasciando nel dolore la moglie Barbara Maccari, insegnante e i figli Gloria, 20 anni studentessa universitaria, Tommaso e Marco, 18 e 15 anni entrambi studenti liceali.

Lo piangono i genitori Giancarlo e Maria e i fratelli Roberto e Claudio con le rispettive famiglie, i tanti amici della comunità ecclesiale e civile che fino all'ultimo avevano sperato in una ripresa. Giuliano Bortolin era dipendente della ditta Veneta Isolatori con sede a Ceggia nel veneziano. Instancabile animatore della vita della parrocchia di Chiarano, l'uomo era conosciuto da tutti per la sua vitale generosità.

Cristiano coerente e forte nei suoi principi, era sempre impegnato per la cura delle attività pastorali, avendo ricoperto negli anni diversi ruoli di servizio e di responsabilità. La sua sensibilità per i valori cristiani e per la promozione del bene comune lo avevano motivato all'impegno politico, sia come consigliere comunale a Chiarano sia come esponente del partito a cui era iscritto. È stato conosciuto e apprezzato il suo impegno come aderente e responsabile dell'Azione Cattolica di Vittorio Veneto, nella quale è stato vicepresidente diocesano per il settore giovani, componente della commissione adulti diocesana; attualmente ricopriva l'incarico di coordinatore foraniale di Azione Cattolica per la zona mottense e consigliere diocesano. «L'Azione Cattolica diocesana di Vittorio Veneto saluta commossa con stima, affetto e gratitudine l'amico Giuliano Bortolin affermano in una nota presidenza e consiglio diocesano dell'associazione che lascia un vuoto incolmabile. Non troviamo parole per dire il dolore che proviamo, la fatica di accettare la durissima realtà, il senso di incredulità per quanto avvenuto in poche ore, che ci priva di una persona di riferimento e di impegno esemplare al servizio della comunità ecclesiale». (af) 
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