CASIER Il conto alla rovescia sul tetto dell’azienda. Per ricordare che la “data di non ritorno” del cambiamento climatico, il 2035, è sempre più vicina. E che bisogna fare in fretta. L’insegna luminosa, da una manciata di giorni, campeggia all’ingresso della Pasin Bags di via Delle Industrie a Dosson di Casier. Impossibile non notare l’installazione, alta 2 metri e mezzo e larga quasi 5, realizzata dagli architetti Alessandro Zotta e Andrea Ventimiglia e già esposta alla Biennale dell’Alto Adige 2021. L’imprenditore Massimo Pasin, ad della Pasin Bags, grande appassionato e conoscitore dell’arte contemporanea, non se l’è voluta lasciar scappare e dalle montagne l’ha fatta trasferire nella zona industriale di Dosson. «C’è più bisogno di trasmettere il messaggio in territori come il nostro: quest’opera è come una carezza nei confronti di chi percorre le strade fredde e impersonali di questo luogo» spiega l’imprenditore dal quartier generale della sua azienda, che appare quasi come una galleria d’arte.
IL MESSAGGIO
I grandi numeri dell’orologione digitale cambiano velocemente scadenzando i minuti che mancano allo scoccare del 2035, ultima spiaggia per azzerare le emissioni di anidride carbonica ed invertire la rotta del cambiamento climatico prima che sia troppo tardi. E ogni 100 secondi appare un arcobaleno con colori diversi, a sottolineare il tempo che passa. «Volevo mandare un messaggio divertente ma allo stesso tempo costruttivo - spiega Massimo Pasin che prima d’ora non aveva ancora spiegato a nessuno il motivo, o per meglio dire il significato, di quel conto alla rovescia sul capannone nel bel mezzo della zona industriale -. Volevo insinuare curiosità alle persone che passano di qua, suscitare un quesito, così da rendere alla fin fine il messaggio ancora più efficace una volta reso noto». Di certo non è passato inosservato a chi in questi giorni è passato per Dosson.
SOSTENIBILITA’
«C’è bisogno di verità, e l’arte concettuale aiuta ad esprimere le verità del mondo - si sofferma l’imprenditore guardando a quel 2035, «tra soli 13 anni», che suona come una vera e propria scadenza tutt’altro che campata in aria -. Siamo fra le zone più inquinate d’Italia, ma se è vero che il progresso non si può fermare, è altrettanto vero che la tecnologia è a nostra disposizione non solo per veicolare messaggi, ma anche per evitare di causare altro inquinamento». Concetto che è parte integrante della filosofia della Pasin Bags, piccola eccellenza trevigiana che collabora con moltissime realtà, anche internazionali, producendo shopper e shopping bags personalizzate. Già dal design dei prodotti commercializzati si vede l’attenzione all’arte e all’estetica, ma non solo. «Tutte le borse sono realizzate con materiali eco-sostenibili, senza plastica. Cultura ed economia sono sempre stati considerati due mondi lontani, quasi opposti, ma la loro unione - conclude Pasin -, può diventare vettore di conoscenza che, insieme alla creatività, diventa innovazione».