Nft, truffa delle criptovalute: «Promesse non mantenute, ancora in tempo per denunciare»

Martedì 29 Novembre 2022 di Giuliano Pavan
Nft, truffa delle criptovalute: «Promesse non mantenute, ancora in tempo per denunciare»

TREVISO - «Promesse da marinaio». È il termine utilizzato dal Codacons per definire le rassicurazioni in merito ai rimborsi fornita dalla New Financial Technology ai propri clienti soltanto, sostiene l'associazione, per prendere tempo e far scadere il termine dei 90 giorni per sporgere querela.

Termini che, di fatto, sono scaduti il 21 novembre scorso, giorno in cui la società avrebbe dovuto versare parte delle somme sparite. Cosa che, ovviamente, non è avvenuta.


L'APPELLO
A fronte del mancato rimborso, il Codacons, nella persona del vicepresidente nazionale Bruno Barbieri, ha reso noto che i termini per il deposito della querela si apre dunque una possibile ulteriore finestra (sempre di tre mesi) per denunciare la società, facendo di conseguenza decorrere il termine dal mancato rispetto dell'ennesima promessa di rimborso delle somme investe in criptovalute. E le richieste di supporto legale al Codacons stanno aumentando giorno dopo giorno. Ormai si stanno sfiorando le 200 denunce alla Parocura di Treviso, giudicata competente per territorio dopo il passaggio degli atti dai magistrati di Pordenone che avevano avviato nei mesi scorsi un'inchiesta parallela. Le indagini dunque continuano, con gli inquirenti che stanno andando a caccia del denaro degli investitori prima di sferrare il colpo contro gli amministratori della Nft e degli intermediari.


GLI INVESTIMENTI
La New Financial Technology, con sede legale a Silea poi spostata a Londra, prometteva interessi mensili nell'ordine del 10% delle somme investite (per entrare era necessaria una somma di 10mila euro, ndr) ma che, secondo gli inquirenti, avrebbe finito per bruciare una cifra superiore ai 100 milioni di euro, raggirando una platea di quasi 4mila clienti. «Siamo pronti a dare battaglia in ogni sede giudiziaria» aveva affermato l'avvocato Matteo Moschini, del Movimento a difesa del cittadino, che da solo rappresenta oltre 100 presunti truffati. Il legale si riferiva proprio alla data del 21 novembre come termine ultimo per smascherare la Nft. E così è stato. Molti degli investitori infatti già non credevano a quella promessa. Motivo per cui in tanti stanno continuando a depositare le querele per cercare di riappropriarsi del denaro versato alla società di Silea. Intanto la Procura di Treviso ha iscritto nel registro degli indagati sono state iscritte sei persone: si tratta di Christian Visentin, 46enne di Conegliano, direttore commerciale della Nft (già rimosso dall'incarico), Mauro Rizzato, 55enne di San Pietro di Feletto, anche lui direttore commerciale, l'avvocato Emanuele Giullini, 43 anni, amministratore di Nft, Mario Danese, 58 anni, ex direttore della società, e i due procacciatori Michele Marchi, 32enne di San Pietro di Feletto e il meccanico pordenonese Maurizio Sartor, 57enne di Fiume Veneto.
 

Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 14:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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